"Se non facciamo risultato a Verona non abbiamo fatto niente". Non basta la vittoria striminzita col Torino a Juric per voltare pagina col sorriso. E ha ragione il tecnico croato, che giustamente nella conferenza stampa per Verona-Roma sottolinea l'importanza di dare continuità ai risultati, sintomo di una mentalità votata alla crescita e al non accontentarsi, scrive Lorenzo Pes su Il Tempo. Dovranno seguirlo anche i calciatori, che dopo l'umiliazione di Firenze e le liti con l'allenatore hanno assicurato a tecnico e tifosi di iniziare a remare davvero tutti dalla stessa parte. Già contro i granata si erano viste esclusioni importanti, e sembra che Juric voglia proseguire sulla linea della meritocrazia e della scelta in base alle condizioni fisiche e alle attitudini con le sue richieste. Il tempo dirà quanto durerà. Campione in campo e fuori per il tecnico è Dybala che lo erge ad esempio per il gruppo. "Lui ha colto la cosa più importante: presentarsi al campo e giocare bene a calcio. La partita devi vincerla, devi allenarti bene, devi prepararti a vincere. Nell'ultima partita ha giocato da falso nove, però anche nelle altre partite, giocando con Dovbyk, penso alla partita con l'Athletic Bilbao, ha avuto una libertà superiore rispetto ad altri. Ha senso dello spazio e della partita, per questo gliela concediamo".
Il Tempo
Contro un tabù
La Joya guiderà l'attacco, molto probabilmente insieme a Dovbyk che ieri si è allenato, e proverà a riportare la Roma al successo in trasferta che manca dal 25 aprile a Udine con la zuccata di Cristante nel recupero degli ultimi venti minuti giocati in differita per lo stop di N'Dicka. Dopo i tre punti del Friuli otto gare senza vincere, dal pari di Napoli fino all'umiliazione di Firenze, passando per il pari di Leverkusen e la sconfitta in Svezia con l'Elfsborg in Europa che portano a dieci il conto totale. Problema di mentalità secondo l'allenatore, che al Bentegodi si aspetta un clima «incattivito» ma i giallorossi devono dimostrarsi più arrabbiati e determinati dell'Hellas di Zanetti, per non innescare quel tremendo tunnel di alternanza di risultati che non guarirà mai le ferite profonde di questa squadra.
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