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LaPresse

Se non fosse possibile assicurare il risanamento del deficit patrimoniale entro il 31 dicembre sarà necessario convocare un'assemblea degli azionisti per adottare i provvedimenti previsti dall'art.2447 del codice civile

Redazione

I dati illustrati dalla dirigenza della Roma in una relazione per gli azionisti hanno fatto riaccendere le luci sui conti in rosso del club. I primi 9 mesi dell’esercizio 2019/20 evidenziano una perdita di gruppo da 139,6 milioni dovuta al forte squilibrio tra costi (171,2mln più altri 74,1mln di ammortamenti) e ricavi, scesi a 112,9mln di ricavi operativi e a 17,5 mln netti dovuti al calciomercato. La situazione dei conti ha determinato la riduzione del patrimonio netto (negativo per 26,8mln) di AS Roma Spa per perdite tale da integrare la fattispecie di legge di cui all’articolo 2447 del Codice Civile, scrive "Il Tempo". Il deficit economico ed il conseguente deterioramento patrimoniale sono dovuti, in particolare, “alla mancata partecipazione alla Champions, nonché alla diffusione del virus COVID19 nel mondo che ha avuto un impatto negativo sin dal mese di Gennaio 2020, avendo impedito operazioni di mercato verso i paesi già in quel momento colpiti dal virus”. Il riferimento è a Pastore in Cina. Viene messo nero su bianco che le previsioni per il 30 giugno saranno ancora peggiori e estendendo l’orizzonte temporale oltre tale data sono state ipotizzate una serie di azioni necessarie a garantire un’adeguata gestione patrimoniale, finanziaria e dei fabbisogni di cassa: i flussi finanziari generati dall’attività ordinaria compresa l’Europa League da giocare e un’eventuale qualificazione alla Champions; l’eventuale cessione di calciatori (si vuole fare di tutto per non toccare Zaniolo e Pellegrini, mentre Pedro è in pugno); i proventi derivanti dall’aumento di capitale, assumendo che sia ampiamente sottoscritto anche dai soci di minoranza; l’apporto di ulteriori risorse finanziarie e patrimoniali da parte di AS Roma SPV LLC (il 30 aprile ha versato ulteriori 3mln a titolo di finanziamento soci ex art. 8 Decreto Liquidità); l’apporto di risorse da nuovi investitori (Friedkin o altri possibili interessati). Come sempre viene anche considerato il peggior scenario ipotizzabile: “Non è possibile assicurare che entro il 31 dicembre la società avrà risanato il deficit patrimoniale registrato al 31 marzo né escludere che sarà necessario convocare un'assemblea degli azionisti per adottare i provvedimenti previsti dall'art.2447 del codice civile, in caso di cessazione del regime di sospensione previsto dal Decreto Liquidità”. La dirigenza ritiene però che vi sia la ragionevole aspettativa di finalizzare le sopracitate azioni. Saranno 7 mesi bollenti.