Nicolò Zaniolo, ecco di nuovo il Real. E come dimenticare quella notte al Bernabeu, c’era ancora il 4-3-3 e lui sperimentava l’ebrezza di fare la mezz’ala, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
rassegna stampa
Zaniolo, da Madrid al Real l’emergenza risveglia il talent
Domani tocca ancora a lui, visto l’infortunio di Pellegrini e l’assenza di Pastore
A Madrid, la prima di titolare con la Roma. Zaniolo fu schierato per dare un segnale a qualche compagno un po’ birichino che non si allenava bene. Domani tocca ancora a lui, visto l’infortunio (ieri il sospetto di una lesione evidenziato dall’ecografia, oggi tocca alla risonanza) di Pellegrini e l’assenza di Pastore. Sulla trequarti non c’è più nessuno, se non Coric, apparso per soli diciannove minuti contro la Spal e basta.
L’alternativa, (escludendo Zaniolo) che convince meno Di Francesco: Florenzi in mezzo al campo, quindi ritorno al 4-3-3. Prossimi al recupero Manolas e molto probabilmente Olsen, almeno qualche mezza buona notizia nella burrasca.
Zaniolo lo abbiamo visto poco ma un po’ tutti hanno deciso che si tratti di un gran giocatore. Bel piede, gran fisico, ancora, è un classe 99, come Kluivert. All’Olimpico, titolare per la prima volta davanti al pubblico della Roma, numeroso e un po’ arrabbiato per quello che la squadra sta facendo in campionato.
La Roma oggi è una squadra svuotata di motivazioni, non funzionano i vecchi (e decisivi in passato), i nuovi hanno parso svariati treni, giovani e non. Il tecnico pure ci mette del suo. E domani c’è la Champions, che quelle motivazioni sa restituirtele a tutti, specie ai ragazzi. Per tanti motivi: perché su quel palcoscenico si possono raccogliere soldi, perché certe partite ti fanno sentire grande e perché in una notte finisci all’attenzione del mondo. Ecco perché, dallo Zaniolo di turno, ci si aspetta un po’ di brio. Che poi bastasse quello...
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