rassegna stampa

Vernice rossa sulla lapide di Ciro

Era stata deposta lo scorso marzo da un anonimo nel quartiere Tor di Quinto dove il tifoso napoletano fu ferito da un colpo di pistola, che ne causò la morte dopo oltre 50 giorni di agonia in ospedale

Redazione

E’ diventata rosso sangue la lapide dedicata a Ciro Esposito imbrattata con della vernice. Era stata deposta lo scorso marzo da un anonimo, come scrive Massimo Izzo su Il Messaggero, in viale Tor di Quinto, nel quartiere in cui il tifoso del Napoli fu ferito da un colpo di pistola, che ne causò la morte dopo oltre 50 giorni di agonia in ospedale. Gli scontri avvennero alla vigilia della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina nel maggio del 2014. La lapide è stata imbrattata a dieci giorni dalla sentenza di primo grado della Corte d’Appello che condanna Daniele De Santis, ex ultrà giallorosso, a 26 anni per omicidio volontario. A denunciare quanto accaduto è stata su Facebook l’Associazione Ciro Vive. «Ecco la fine che ha fatto la targa – si legge nel post – dopo che media e stampa l’hanno pubblicizzata, qualcuno ha pensato bene di infangare ancora una volta il suo nome e il suo ricordo, ma Ciro vive nonostante le vostre cattiverie. Dio farà il suo percorso». Anche il papà di Ciro, Giovanni Esposito, ha commentato sul social network il gesto. «Come non spegni il sole sparandomi – ha scritto in un post – Non togli ciò che è scritto con la pittura».

«Bambini che urlano, gente che scappa – si legge sulla lapide - io mi fiondo per aiutare ma d’improvviso mi accascio al suolo, sono confuso, non ricordo. Ora in ospedale capisco che qualcosa mi è capitato, a me hanno sparato, io che sono un bravo ragazzo, lavoro, tutto per la famiglia, fidanzata, la mia passione per il Napoli. Vedo mammà che mi stringe la mano, 50 giorni di calvario, ma qui qualcuno è venuto per portarmi in uno stadio dove la violenza non c’è, tutto è azzurro come il mio Napoli. Ora vi saluto, qui riposo in pace». E ancora: «Ciro non va dimenticato perché per il Napoli si è sacrificato. Mo’ lasciatemi andare, mi aspettano allo stadio, dove razzismo, odio e delinquenza non possono entrare». 

L’invito dell’associazione Ciro Vive: «Cerchiamo di non metterci allo stesso livello». La lapide verrà ripulita questa mattina dai Pics, la sezione pronto intervento decoro urbano e dall’Ama.