Forse ha ragione Di Francesco: ricorda Montella. O magari ha ragione chi lo paragona a Salah, o Iturbe. Diciamo che Under è un Iturbe che ce l'ha fatta, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
rassegna stampa
Under, campione di oggi e (plusvalenza) di domani
Oggi il turco è un titolare, è il classico esterno di piede sinistro che piace all'allenatore
Gol, prestazioni sempre all'altezza. Continuità. Oggi Under è un titolare, è il classico esterno di piede sinistro che piace all'allenatore. Decisivo spesso, tra l'altro. E in un anno è cresciuto, ha cominciato a capire l'italiano e a farsi comprendere. Se Monchi si è beccato molte critiche per non aver azzeccato un giocatore, Under, almeno, gli sta dando soddisfazioni con gli interessi: lo ha voluto lui.
Magari andrà via come tanti altri forti prima di lui (la Roma lo ha pagato 13.4 milioni più 1.5 di bonus, quindi la super plusvalenza è scontata), alcuni grandi club gli hanno messo gli occhi addosso, anche in Germania.
Per ora Cengiz è qui, nessuno lo tocca: sta anche trattando il rinnovo. Ha timbrato in campionato e in Champions League. Da febbraio in poi è stato costante nelle realizzazioni, con sette reti (più una con lo Shakhtar negli ottavi di Champions) e come rendimento. Quest'anno, come tutti, ha pagato il momento negativo della squadra, è pure lui si è fatto trascinare nell'ombra, fino a trovare il Big Bang contro il Frosinone. Un tiro, uno scoppio: gol.
Lì si è riaccesa la Roma, lì è ricominciato tutto. Under è un classe 97, ha l'energia e la personalità di un veterano, non si impressiona. Ha solo il problema che non riesce a controllare gli sforzi, e per questo Di Francesco al massimo gli fa giocare due partite ravvicinate.
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