Gli inopinati passi falsi di Roma e Napoli aprono i consueti dibattiti sul peso della Champions e l’uso, più o meno appropriato, del turn over, scrive Massimo Caputi su Il Messaggero.
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Una strana e maliziosa voglia di giocare solo le grandi sfide
I giocatori della Roma sono motivati e tonici in Champions o in qualche big match , sufficienti e molli in quasi tutte le altre gare
Coincidenza a parte (hanno affrontato due squadre con allenatore al debutto), c’è un’enorme differenza tra la sconfitta della Roma e il pari del Napoli. Lo dicono i numeri, non solo della classifica, impietosi per la squadra di Di Francesco: già 4 sconfitte in campionato, solo 7 punti conquistati contro le ultime sei della graduatoria.
Tutte le tesi espresse sull’andamento deludente della Roma sono valide. Dalla squadra incompleta e priva di personalità, alla campagna acquisti sbagliata, dagli errori di Di Francesco a quelli di società e calciatori. Visto l’andamento/atteggiamento della squadra comincia però a serpeggiare la maliziosa sensazione che tanti, troppi, protagonisti si sentano soltanto di passaggio.
Motivati e tonici in Champions o in qualche big match , sufficienti e molli in quasi tutte le altre gare. Come se importante e stimolante fosse la vetrina personale e non la conquista dell’obiettivo futuro e fondamentale: il piazzamento per la prossima Champions. Di questo passo sarà durissima, le avversarie hanno infatti tutto un altro spirito, come evidenziato da Lazio e Milan.
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