Debutto difficile. Impatto duro, quello della Roma di Di Francesco in Champions League. Si sottolineava alla vigilia, l'avversario della squadra di Eusebio Di Francesco è di un altro livello, specie in campo internazionale, scrive Mimmo Ferretti su Il Messggero.
rassegna stampa
Un gruppo tosto che ha imparato l’arte del sacrificio
Gli uomini di Di Francesco combattivi, a petto in fuori, e sempre in partita
E allora, in certi casi, cosa occorre fare? Giocarsela. Punto. Andare in campo e tentare di dare tutto quello che hai. Nelle gambe e nella testa. E, perché no?, anche nel cuore.
Dunque, pronti via e la Roma ha cominciato davvero a giocarsela. A petto in fuori contro un avversario che ha rapidamente dimostrato di essere esattamente quello descritto alla vigilia.
Gli applausi che hanno accompagnato la Roma negli spogliatoi per l'intervallo sono stati la conferma della bontà della sua prestazione. Magari non impeccabile sul piano tattico, ma da squadra. Con alcune individualità di livello, e altre un po' meno ispirate. Ma da squadra. Concentrata. Tosta quasi come l'Atletico.
Decisivo a più riprese Alisson: brutto segno. O meglio, un segnale della continua pressione degli ospiti. Roma in sofferenza nella ripresa. Ma sempre aggrappata alla partita con tutta se stessa. Chiudere la partita contro l'Atletico con un pareggio, di questi tempi, per la nuova Roma non deve essere considerato un (mezzo) passo falso.
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