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Il Messaggero

Tutte le spine di Ranieri

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Il tecnico tra il mercato, la rosa da completare e il calendario che si infittisce: "La Roma punterà su tutte le competizioni, ma la squadra deve migliorare"
Redazione

E adesso arriva il bello, o il peggio, considerando che, da qui in avanti, tutto - vista la situazione - potrebbe complicarsi. Claudio Ranieri, nell'anti vigilia di Roma-Genoa (un girone fa, esonerato De Rossi), si piazza in posizione di (ri)lancio, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Detto che, secondo lui, la squadra ora ha un senso, che prima non aveva; detto che ogni giorno, a Trigoria, si lavora in maniera seria; detto anche che qualche risultato la Roma lo sta ottenendo, dai meno quattro dalla zona retrocessione, con lui in panchina si è arrivati a meno sei, con possibilità di attaccare la zona Europa, dall'alto del trend positivo da Como in poi con due vittorie e due pari e con undici punti nelle ultime sei partite. Detto tutto questo, cominciano la fase in cui i nodi vanno sciolti. Il primo, riguarda il mercato. Siamo al 16 di gennaio e la Roma deve ancora ristrutturarsi, la famosa rivoluzione annunciata dai Friedkin dopo Como-Roma non c'è ancora stata, è partito Le Fée, ma di entrate ufficiali non se ne contano al momento. E il problema è anche sulle uscite. Lorenzo Pellegrini resta, a suo dire, un nodo di quelli da sciogliere da qui in avanti. Sir Claudio non si sbilancia troppo, dice e non dice. "Per me resta". E siamo all'opinione personale. Poi, i fatti possono dire altro: "Tutto è possibile nel calcio, però non credo. Se dovesse arrivare una squadra e lui è contento di andare... ma credo che così valga per tutti. Ma a sensazione dico che resterà qua". Discorso diverso per Matias Soulé, che Ranieri non ha utilizzato molto. "Credo molto in lui, è un giocatore del futuro della Roma. Sta migliorando nell'aspetto pratico e sicuramente resta qui con noi perché ci credo. Avrà le sue opportunità". Traduzione: rischia di più di andare via Lorenzo che non Matias.

Il problema, e qui siamo a un altro nodo, che la squadra sta andando avanti con gli stessi giocatori, e questo in vista dei prossimi impegni, che con il ritorno delle Coppe, aumenteranno, può essere un problema."Io cerco giocatori da Roma e per la Roma che verrà. Che tipo di terzino arriverà? Uno in grado di essere impiegati a tre o a quattro". Sono passati due mesi dall'arrivo di Ranieri, l'obiettivo non è cambiato: la Roma si trova sempre nel limbo, pronta a cambiare strada. "Non voglio prendere in giro i tifosi, promettendo più di quello che possiamo. Dobbiamo dare alla Roma un'identità sicura e pratica rendendo fieri i nostri tifosi. Ci interessano tutte le competizioni e lotteremo su ogni fronte. Poi vedremo, ammetteremo se gli altri si dimostreranno più bravi e scaltri di noi. In ventuno giorni faremo sette partite, dovremo stare sul pezzo ogni volta, recuperando sempre energie". E soprattutto la Roma dovrà correggere certe cose, tornate evidenti nella sfida con il Bologna. "Certe problematiche le abbiamo risolte perché i ragazzi vengono a Trigoria e sono contenti di lavorare duramente come stiamo facendo. La squadra si è assestata, ma non sono ancora soddistatto perché vorrei che migliorassimo ancora di più". E il problema della Roma dov'è, ancora nella testa? "Credo sia una questione di attenzione. Io mostro ai ragazzi dove sbagliamo, ma non so cosa altro fare, perché poi in campo decidono loro. Mi dispiace perché ci siamo persi nel momento in cui stavamo spingendo di più e lo facciamo con troppi uomini. Non riescono a capire che se ci sono cinque calciatori che attaccano, almeno due devono stare come sentinelle.  Mi auguro che a forza di essere la squadra che ha subito più ripartenze del campionato possiamo migliorare".