(Il Messaggero - U.Trani)A Tosel che colpisce ancora, applicando la norma che tra poche settimane non ci sarà più, la Roma risponde con Totti, per cercare di ricomporre lo strappo con il Palazzo. Chiusi dal giudice sportivo anche i distinti per la gara del 1° marzo contro l’Inter, ecco che entra in scena il capitano, decisivo dentro e anche fuori del campo. Su input scontato del club giallorosso che sa bene come la pensa il presidente Pallotta, perplesso e amareggiato, il giocatore più rappresentativo e più amato interviene per calmare i tifosi giallorossi in rivolta: «La Roma sta facendo una grande stagione, abbiamo ancora molto da giocarci, noi come squadra ci crediamo davvero. Abbiamo però bisogno del supporto dei nostri fantastici tifosi, a cui siamo ormai abituati. Giocare con le curve vuote non è la stessa cosa e anche dalla tribuna domenica sera ho avvertito una sensazione strana. Mi auguro che fino alla fine della stagione i tifosi non compromettano la possibilità di starci vicino. E’ una norma discutibile e spesso anche noi siamo vittime di cori o di ingiurie. Ma ora tutti uniti per raggiungere i traguardi a cui noi – società, squadra e tifosi – teniamo». Linea confermata dal dg Baldissoni: «La Roma ha bisogno del supporto dei propri tifosi: negarselo comincia a diventare autolesionistico». In pochi mesi, dall’addio di Baldini, a Trigoria la virata è stata netta. Già prima del suo insediamento, l’ex dg aveva chiesto a Totti di preoccuparsi di fare solo il calciatore e di non sconfinare in altre questioni. Adesso, invece, torna utile l’immagine del capitano che, nel momento più complicato (extracalcistico) della stagione, ci mette ancora una volta la faccia. In attesa della nuova norma sulla discriminazione territoriale, già modificata due volte (agosto e ottobre). E in vista della trasferta di sabato a Bologna, dove il comportamento dei tifosi della Roma sarà ancora nel mirino degli uomini della Procura Federale, e del ritorno in Europa l’anno prossimo (l’Uefa non fa sconti).
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Totti: “Non roviniamo tutto”
(Il Messaggero – U.Trani) A Tosel che colpisce ancora, applicando la norma che tra poche settimane non ci sarà più, la Roma risponde con Totti, per cercare di ricomporre lo strappo con il Palazzo.
NUOVI PASSI
La Roma ha presentato preannuncio di reclamo per la chiusura dei Distinti sud e oggi notificherà il ricorso d’urgenza per avere udienza già venerdì davanti alla Corte di Giustizia Federale. Ma il braccio di ferro passa da un tavolo all’altro: ieri pomeriggio, dopo mezz’ora di discussione, l’Alta Corte di giustizia sportiva presso il Coni ha rinviato a martedì la sentenza sul reclamo del club giallorosso per la chiusura delle due curve per i cori di Roma-Napoli, semifinale d’andata di Coppa Italia. Il presidente Frattini, davanti al dg Baldissoni e all’avvocato Conte, ha deciso di spostare l’udienza per consentire alla Federcalcio di controdedurre al reclamo della Roma e alla società giallorossa per fare ulteriori osservazioni sulla sentenza integrale della Corte di Giustizia Federale che insiste sulla discriminazione territoriale, sulla recidività e sul fatto che la squalifica è da scontare in campionato. La Roma ieri ha chiesto, e proseguirà martedì, almeno la sospensione (e la commutazione nella prima gara di Coppa Italia della prossima stagione), per riaprire le curve dell’Olimpico sabato 1° marzo per la partita contro l’Inter. Dentro o fuori, dunque, perché a pronunciarsi sarà la Cassazione del nostro sport.
POSSIBILI SCENARI
Se il ricorso sarà respinto, la società giallorossa sta pensando di aprire i cancelli ai bambini, come fece la Juventus nella gara interna contro l’Udinese (gli abbonati, però, possono far causa). Davanti alla Corte di Giustizia Federale, invece, i legali giallorossi si presenteranno per contestare la squalifica dei Distinti sud. Il giudice sportivo Tosel, oltre all’ennesima multa (80.000 euro), ha punito il settore definendo il coro contro i napoletani «una manifestazione denigratoria» e ricordando che il resto del pubblico non si è dissociato (sarebbe stata un’attenuante) e anzi ha applaudito. La Roma contesterà la motivazione: la denigrazione non è citata nella norma; non essendoci il Napoli in campo, è stata solo una forma protesta e non di discriminazione territoriale; l’applauso è stato di scherno (sarà allegato il filmato che conferma la tesi difensiva giallorossa). In caso di rigetto, la società giallorossa presenterà un atto integrato d’appello, da discutere martedì davanti al presidente Frattini.
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