rassegna stampa

Totti-Felipe, l’età dell’oro

Sono passati più di vent’anni, il derby per il capitano della Roma è cosa da veterano, un romanzo di fotografie.

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È una storia lunga, non sempre fatta di sorrisi. Come ogni storia, come la vita. Francesco Totti ha il derby nell’anima, li ha vinti, li ha persi, ha pianto per gioia, lo ha fatto per dolore. Li ha determinati anche con le stampelle, seduto su una panchina a bordo campo, quando la Roma, con un successo senza di lui contro la Lazio, ha ottenuto la undicesima vittoria consecutiva in campionato. Nel bene e nel male, la Lazio, è la sua squadra, quella che - per i laziali - lo porta a cadute di stile («Reja è l’uomo derby») o a battute esilaranti («vince la Lazio con un mio autogol? Sì, come quello dell’andata...», il riferimento a alla sua rete di testa che ha sancito il 2-0). Non può che essere così tra Totti e la Lazio, guerra eterna: basti considerare che il capitano soltanto l’Inter ha affrontato di più (35 volte).

ATMOSFERE DI VARIO TIPO -  Atmosfere da libro cuore, ad esempio le sfide con Nesta, e da film horror quelle con Di Canio, non tantissime ma significative. La storia è lunga, appunto, cominciata il 6 marzo del 1994 Lazio-Roma 1-0 gol di Signori. Non ancora diciottenne, prende il posto di Giovanni Piacentini al primo minuto della ripresa: entra ed è subito decisivo, procurandosi il rigore che poi Peppe Giannini sbaglierà. Sono passati più di vent’anni, il derby per lui è cosa da veterano, un romanzo di fotografie. Le t-shirt irriverenti, dal “vi ho purgato ancora” (11 aprile 1999) della sua prima vittoria contro la Lazio (i biancocelesti quell’anno perderanno il titolo per un solo punto di distacco dal Milan), al “the king of Rome is not dead” dell’unico derby in cui ha segnato una doppietta (13 marzo 2011, Roma-Lazio 2-0). Di derby ne ha più persi che vinti e i successi sono gli stessi dei pareggi. C’è un dato che però è a suo favore e ha un senso statistico che profuma di magìa, cioè quando il capitano fa gol, la Roma non perde: 4 vittorie e 4 pareggi nei 9 gol segnati - come Da Costa (a cui ne vanno aggiunti due in Coppa Italia) e Delvecchio (compresa una doppietta). Per il resto, come detto, contro la Lazio è in passivo, è quello che ne ha persi di più, ma è anche quello che ne ha vinti di più. Ecco il dettaglio: derby giocati in campionato 34, vinti 11, pareggiati 11, persi 12, quelli in Coppa Italia 5, vinti 2, persi 3 (nessun gol), totale 39, 13 vinti, 11 pareggi, 15 sconfitte. Con quello di oggi - se giocherà - siamo a 40. Con una vittoria, almeno di quelli di campionato, farebbe conto paro, il derby perso in finale con il gol di Lulic, quello, sarà indimenticabile, a meno di un suo secondo scudetto. Di sicuro gli resta un record in coabitazione delle reti realizzate e quello delle presenze in una stracittadina, quest’ultimo difficilmente eguagliabile. Perché 20 anni di sfide sono tante. Chi mai potrà fare tanto?