Il progetto di Tor di Valle è monco. Non è ancora né carne né pesce, per il gruppo capitolino del M5S. Che spiega: «Manca infatti una parte importante relativa ai sondaggi geologici sull’area di costruzione, con la conseguenza che sono carenti o mancanti anche il calcolo delle strutture e degli impianti. Insieme ad altri importanti elementi del progetto, inoltre, manca del tutto la relazione in merito agli interventi di viabilità - considerati come elemento essenziale del pubblico interesse all’opera - sull’asse viario via del Mare/via Ostiense».
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«Tor di Valle, non c’è interesse pubblico»
Per il gruppo capitolino del M5S, che ha presentato presentato un’interrogazione all’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, il progetto è monco
I grillini romani hanno letto le oltre 7.000 pagine del progetto definitivo di Tor di Valle - dove lo stadio è marginale rispetto alla costruzione di hotel, uffici e negozi - presentato in Comune dalla Roma lo scorso 15 giugno.
Secondo il gruppo pentastellato, carte alla mano, dietro la costruzione di quello che gli ambientalisti chiamano «ecomostro» non c’è il pubblico interesse previsto dalla legge sugli stadi «bensì l'interesse privato di alcuni: esiste ed è significativo il rischio che i costi lieviteranno in modo spropositato pesando sulle tasche dei cittadini».
LE TAPPE - I consiglieri grillini hanno presentato un’interrogazione all’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, accompagnata da 23 domande. «In assenza di risposte dal Comune - annuncia Daniele Frongia - siamo pronti a presentare ricorso al Tar. Il nostro pool, costituito da avvocati e ingegneri, ha messo in evidenza una serie di anomalie evidenti su tutto l’impianto del progetto». Che un mese fa è stato presentato dalla Roma in Campidoglio, anche se non ancora non esce dagli uffici capitolini. Dal Comune spiegano: «Stiamo ultimando la relazione poi invieremo tutto alla Regione per la conferenza dei servizi». Destinata però a non scattare subito perché la procedura consente alla Pisana di effettuare ulteriori verifiche specie sull’impatto ambientale, ammesso che il progetto licenziato da Palazzo Senatorio sia in regola. Ipotesi che ai consiglieri pentastellati non risulta.
I NODI - Dal dossier dei consiglieri di minoranza nel progetto di Tor di Valle emergono queste lacune: «Mancano il calcolo delle strutture e degli impianti, il piano particellare degli espropri, l’elenco dei prezzi unitari ed eventuale analisi, il computo metrico estimativo, la relazione sul progetto degli interventi sull’asse viario Via del Mare/Via Ostiense». Nodi da sciogliere senza i quali il progetto non può dirsi esecutivo e quindi essere spedito in Regione. C’è, inoltre, un altro aspetto normativo su cui il M5S accende un faro: «A Tor di Valle - spiegano ancora De Vito, Frongia, Stefano e Raggi - non vi potrà essere neanche il permesso a costruire delle istituzioni locali né tantomeno potrà essere oggetto di bando di gara europeo, obbligatorio per le opere di pubblico interesse, come previsto dal Codice dei Contratti e dal suo regolamento di attuazione».
I grillini chiedono all’assessore Caudo se le carenze progettuali riscontrate consentano comunque «di verificare i termini dell’ equilibrio economico-finanziario dell’intervento, con una stima attendibile dei costi a carico della collettività in termini di moneta corrente e/urbanistica». Infine, nel merito della delibera approvata lo scorso anno il gruppo consiliare del M5S insinua un altro sospetto: «Che si riconosca alla proprietà una cubatura di circa 300mila calcolata non sulla destinazione effettiva dell’area a verde privato attrezzato, quale era, ma su quella parco a tema, quale mai è stata, che prevede una densità maggiore e concedendo, quindi, 100mila metri cubi in più del dovuto».
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