Prima pietra nella primavera del 2015? Prima partita nel 2017? «Bisogna evitare di suscitare aspettative non corrispondenti alle previsioni di legge». A scriverlo è la Regione Lazio, proprio a poche ore dal voto dell’Assemblea capitolina che ha riconosciuto il «pubblico interesse» del nuovo stadio a Tor di Valle. Due giorni fa il sindaco Marino aveva parlato di aprire i cantieri già nei primi mesi del prossimo anno. Ma gli uffici del governatore Zingaretti ieri hanno precisato: «La legge prevede che la procedura si debba concludere con deliberazione della Regione entro 180 giorni», «ma nessun procedimento amministrativo può avere inizio fino alla trasmissione dei progetti definitivi». Insomma prima del piano aggiornato l’iter dei 6 mesi non può scattare per legge. Per il momento è stata solo attivata la procedura per la valutazione ambientale strategica.
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Tor di Valle, i paletti della Regione: «Evitate aspettative»
Nel frattempo Pallotta e il costruttore Parnasi dovranno presentare al Comune il nuovo piano, non più preliminare, ma definitivo, tenendo conto di tutti gli emendamenti che hanno modificato lo studio di fattibilità di agosto, a partire dal...
Nel frattempo Pallotta e il costruttore Parnasi dovranno presentare al Comune il nuovo piano, non più preliminare, ma definitivo, tenendo conto di tutti gli emendamenti che hanno modificato lo studio di fattibilità di agosto, a partire dal rafforzamento della Roma-Lido. A quel punto gli uffici di Palazzo Senatorio valuteranno che il progetto sia coerente con le condizioni poste e, in caso positivo, lo invieranno alla Conferenza dei servizi della Pisana.
GLI OSTACOLI - «La tempistica non sarà brevissima, Pallotta non ha un compito facile», ha ammesso ieri l’assessore comunale Giovanni Caudo, il grande sponsor di questa operazione calcistico-immobiliare che potrebbe portare nelle tasche del manager di Boston e di Parnasi, secondo alcune stime, fino a 800 milioni di euro. Non tanto grazie all’impianto sportivo, che rappresenta appena il 14% delle costruzioni previste e che sarebbe comunque preso in affitto dall’A.S. Roma, quanto per il gigantesco complesso di uffici, negozi e ristoranti che nascerebbe tutto intorno. Una colata di cemento da quasi un milione di metri cubi già dichiarata irregolare dall’Istituto nazionale di Urbanistica, dalle principali organizzazioni ambientaliste e dagli stessi tecnici della Regione, nel rapporto inviato alla conferenza preliminare in Comune. Ma il Campidoglio non ne ha voluto tenere conto e Pallotta ieri ha dichiarato che «non sarà un progetto speculativo, investiremo nelle infrastrutture». «Ma questo aspetto andrà valutato», spiega una consigliera del listino di Zingaretti, Cristiana Avenali. «Le cubature sono spropositate, chiederò che se ne discuta in Commissione Urbanistica».
Ieri dalla Regione spiegavano che gli accertamenti, e le eventuali modifiche, riguarderanno principalmente quattro ambiti: urbanistico, ambientale, paesaggistico e idro-geologico, dato che l’area di Tor di Valle è considerata ad alto rischio esondazione e che secondo l’Istituto di Urbanistica gli interventi di riqualificazione previsti non sono sufficienti. Le verifiche saranno approfondite e i tempi potrebbero anche allungarsi. «La legge sui tempi procedurali delle conferenze dei servizi - spiega ancora la Regione - prevede la possibilità di sospenderne i termini per l’acquisizione dei necessari nulla osta come ad esempio la valutazione d'impatto ambientale».
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