«Nel caso di Tor di Valle potrebbe configurarsi una violazione delle norme antitrust. Senza una variante urbanistica, in quell’area il mercato potrebbe essere stato falsato a favore di un unico soggetto privato».
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Stadio Roma, Di Via: «Possono esserci violazioni antitrust Il Comune rischia un’azione legale»
Parla uno dei massimi esperti del settore, per dieci anni all’Authority per la Concorrenza, oggi a capo del Dipartimento Antitrust di Clifford Chance, il colosso internazionale nel campo degli studi legali.
A parlare è Luciano Di Via, uno dei massimi esperti del settore, per dieci anni all’Authority per la Concorrenza, oggi a capo del Dipartimento Antitrust di Clifford Chance, il colosso internazionale nel campo degli studi legali con 80 sedi da New York a Singapore. «Ora si rischiano ricorsi - spiega - e a quel punto l’Antitrust potrebbe chiedere al Comune di rimodulare le cubature concesse e se il Campidoglio dovesse decidere di non adeguarsi, allora l’Autorità potrebbe portare l’amministrazione davanti ai giudici del Tar».
Avvocato, in che modo potrebbe essere stato falsato il mercato nell’operazione calcistico-immobiliare di Tor di Valle?
«La normativa sulla concorrenza è applicabile nel momento in cui ci si trova di fronte a una limitata disponibilità di risorse. In questo caso è chiaro che se il numero delle cubature nel quadrante di Tor di Valle è stato prefissato dal Piano regolatore, si pone il tema della violazione delle normative antitrust, a maggior ragione se dopo questa consistente concessione di metri cubi non si prevede una variante urbanistica che riequilibri la situazione».
In che senso?
«In parole semplici: se c’è una torta e una grande fetta viene attribuita a un unico soggetto, per gli altri potrebbe configurarsi un danno».
Sta dicendo che il mercato sarebbe falsato?
«C’è un tema di accesso al mercato, perché il Comune dovrebbe garantire le stesse opportunità anche agli altri operatori. Mi sembra chiaro che l’amministrazione non possa, con un’operazione legata a uno stadio, precludere agli altri l’accesso al mercato della zona. Questo intervento potrebbe essere neutralizzato solo attraverso una variante urbanistica che re-inserisca le cubature concesse in modo da attivare un meccanismo di riequilibrio».
Quindi senza variante urbanistica, si rischia di violare le leggi Antitrust?
«Se non c’è una variante, il tema dell’Antitrust potrebbe porsi, in quanto potrebbe essere messa in discussione la legittimità del provvedimento pubblico rispetto alle norme sulla concorrenza».
Si rischiano azioni legali? Potrebbero esserci ricorsi contro il Comune?
«Di certo altri operatori potrebbero sentirsi autorizzati a fare ricorso all’Antitrust per chiedere che vengano rispettati i loro diritti, che potrebbero essere limitati dall’approvazione di questo progetto senza provvedimenti di compensazione».
Cosa accadrebbe a quel punto?
«L’Antitrust, nel caso in cui venisse chiamata in causa, potrebbe intervenire chiedendo al Campidoglio di riformulare la concessione delle cubature. L’articolo 21 bis della legge che istituisce l'Autorità parla chiaro e autorizza l’ente a intervenire contro provvedimenti che si pongono in contrasto con le norme sul rispetto della concorrenza».
In che modo? E quali potrebbero essere le conseguenze per il Comune e per il progetto di Tor di Valle?
«In concreto l’Antitrust potrebbe procedere prima con una richiesta di informazioni al Campidoglio, per poi emettere un parere motivato nel quale dare un termine all’amministrazione per conformarsi alle indicazioni prescritte. Dopodiché, se l'amministrazione non si uniformasse ai rilievi, l'Autorità potrebbe decidere di agire in giudizio contro il Comune».
A quel punto spetterebbe al Tar decidere se la legge è stata rispettata o se ci sono state violazioni?
«Sì, si procederebbe davanti ai tribunali di diritto amministrativo, quindi in prima istanza il Tar e in seconda sede eventualmente davanti ai magistrati del Consiglio di Stato. E allora sarebbero i giudici a decidere se la delibera comunale è legittima oppure se sono state commesse delle irregolarità dal punto di vista delle norme sulla concorrenza e il mercato».
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