Falso ideologico in atto pubblico. È questa l’accusa contenuta in un esposto alla Procura della Repubblica di Roma che verrà presentato la prossima settimana e che mette nel mirino la delibera sul nuovo stadio a Tor di Valle approvata dalla Giunta capitolina lo scorso 5 settembre. A presentare la denuncia è l’associazione LabUr, uno dei componenti del neonato Comitato contro il progetto di Parnasi e Pallotta che vorrebbero edificare accanto all’impianto sportivo un colosso di cemento da quasi un milione di metri cubi.
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Stadio Roma, Associazione LabUr: «A Tor di Valle soltanto speculazione». Esposto in Procura
Nel mirino la delibera sul nuovo stadio a Tor di Valle approvata dalla Giunta capitolina lo scorso 5 settembre.
SOCIETÀ CIVILE - L’esposto è stato annunciato ieri in una conferenza convocata nella sede dei Gruppi consiliari a via delle Vergini da un pool di associazioni e comitati civici, dalla sezione romana di Italia Nostra ad Assoconsumatori, dal LabUr (Laboratorio di Urbanistica) guidato dall’ingegner Angelo Schiavone, agli urbanisti Paolo Berdini e Paola de Jesus, all’avvocato Savino Guglielmi, estensore dell’esposto.
«Verrà presentato la prossima settimana - annuncia - e la Procura, come previsto nel caso del reato di falso ideologico, potrà procedere da subito. Ricordo, solo per precisione giuridica, che la pena prevista è da 1 a 6 anni di detenzione». Nel dettaglio, spiega Schiavone, l’amministrazione comunale «ha affermato nel testo, ancora neanche pubblicato nell’Albo Pretorio, che tutte le opere pubbliche funzionali allo stadio saranno a carico del proponente, proprietario dell’area. Peccato, però - nota - che queste stesse opere non cadano nel terreno acquistato da Parnasi dalla Sais, operazione su cui sta indagando già la Procura per bancarotta fraudolenta, ma sull’area adiacente, che deve essere ancora espropriata». In questo modo a fronte di 4 opere (ponte sul Tevere di collegamento con la Roma-Fiumicino, ponte ciclopedonale, sistemazione via del Mare e via Ostiense, e prolungamento della metro B a Tor di Valle), non richieste dal Piano regolatore del 2008, «ci sarà il via libera alla speculazione nell’area, compresi tre grattacieli da 220 metri d’altezza». Non a caso Mirella Belvisi, vicepresidente della storica organizzazione ambientalista Italia Nostra, ha parlato ieri di «enorme speculazione edilizia che ha come scusa lo stadio e che non è di nessun interesse pubblico per la città». «Non siamo contro lo stadio, ma contro l'idea di farlo lì, con tutti i rischi di speculazione e idrogeologici», aggiunge Gianluca Santilli, della direzione romana del Pd.
I RESIDENTI - Anche i residenti sono pronti a scendere in campo. Due giorni fa è nato il “Comitato Salviamo Tor di Valle dal cemento”, annunciando che i cittadini sono pronti «a nuove iniziative di protesta contro la Giunta che regala cubature spropositate ai privati». Sulla stessa linea anche il comitato di quartiere Torrino-Decima. Anche esperti come gli urbanisti de Jesus e Berdini hanno attaccato duramente il progetto. «Questo piano è uno scandalo - dice Berdini, già segretario generale dell’Istituto nazionale di Urbanistica - Le opere pubbliche serviranno solo alla Roma, mentre questa storiella costerà 800 milioni di euro al Comune, soldi che potevano essere utilizzati per il Tpl e i veri servizi».
LA COMMISSIONE - Temi che finiranno nella discussione della Commissione Urbanistica del Campidoglio, riconvocata per mercoledì 22 ottobre. In questa sede il vicepresidente Pierpaolo Pedetti presenterà l’emendamento che chiede di sottrarre a Parnasi quasi il 90% delle cubature per metterle a gara. «Altrimenti - spiega - si falsa il mercato e la concorrenza tra le imprese».
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