rassegna stampa

Stadio, nuova bocciatura sui trasporti a Tor di Valle. Pallotta cerca altre zone

Le soluzioni prospettate dai privati non sono state ritenute sufficienti a risolvere la questione del traffico

Redazione

Sullo stadio della Roma a Tor di Valle, ogni giorno, arriva un problema in più, scrive Ernesto Menicucci su Il Messaggero. L'ultimo, che avrebbe anche scatenato le ire del patron giallorosso James Pallotta, è la bocciatura da parte dei tecnici del Campidoglio dei progetti sulla viabilità alternativa presentati dai privati.

Il tema, discusso anche in sede di vertici ripetuti tra rappresentati dei privati e dirigenti capitolini, era sempre lo stesso: la Roma e i proponenti avrebbero voluto aprire l'impianto anche senza i lavori già fatti sulla Roma-Lido. Il Campidoglio ha sempre risposto picche, chiedendo almeno di presentare delle soluzioni alternative.

Solo che, quelle prospettate dei privati, non sono state ritenute sufficienti a risolvere la questione.

La prima prevedeva l'utilizzo delle strade di cantiere, quelle che sarebbero create durante l'esecuzione dei lavori, anche dopo la realizzazione dell'impianto (in attesa appunto del potenziamento sulla ferrovia regionale). La seconda, invece, faceva riferimento ad un non meglio precisato trasporto sul fiume, vecchio pallino più o meno di ogni amministratore che si è avvicendato a Roma e rimasto sempre una lontana chimera. Due soluzioni che, rispetto anche alla portata degli spettatori prevista per ogni partita (e non solo per le partite, visto che l'impianto con tutto ciò che gli ruoterebbe intorno sarebbe fatto per essere vissuto anche negli altri giorni della settimana), non sono state ritenute idonee dal Campidoglio.

Viste tutte queste difficoltà, nella testa di Pallotta (che, secondo alcune ricostruzioni, sarebbe irritato anche con la dirigenza italiana della Roma) si starebbe facendo sempre più strada un'ipotesi: non rinunciare allo stadio, ma provare a realizzarlo non più nel Comune di Roma. Tanto, ragionano gli uomini a lui più vicino, anche cambiando zona oltre alla difficoltà di ricominciare tutto da capo gli interlocutori politico-amministrativi resterebbero gli stessi. Per questo, ormai da qualche mese, si è fatta largo l'opzione Fiumicino: i dirigenti romanisti hanno già avuto diversi incontri con Montino, sindaco del comune con l'aeroporto. Ipotesi, naturalmente, ancora tutta da verificare nella sua reale fattibilità.