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rassegna stampa

Stadio, c’è l’accordo: ma tagliate cubature e opere pubbliche

La Raggi: «Via le torri, tagliamo le cubature del 60%. Abbiamo evitato il progetto monstre ereditato dalla precedente amministrazione»

Redazione

E alla fine sono tutti contenti, l'accordo è stato trovato. «Dimezziamo l’Ecomostro. È il massimo che possiamo fare», dice, stanca, Virginia Raggi ai suoi consiglieri comunali, dopo quasi tre ore di riunione a Palazzo Senatorio, come riporta Lorenzo De Cicco su Il Messaggero. Anche perché, terminato quel vertice con la maggioranza, nell’agenda della sindaca c’è un altro appuntamento ancora: alle nove di sera salgono le scalette accanto alla Lupa il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, e il costruttore Luca Parnasi. Sono a Palazzo Senatorio per «chiudere» la trattativa sul nuovo stadio giallorosso a Tor di Valle.

«Via le torri, tagliamo le cubature del 60%. Abbiamo evitato il progetto monstre ereditato dalla precedente amministrazione». E Beppe Grillo rilancia su Twitter con un hashtag: «#UnoStadioFattoBene»

L’incontro viene rimandato di ora in ora: prima è fissato intorno alle 14, poi slitta alle 16, poi alle 18. Alla fine i privati arrivano nella sede del Comune di Roma alle 9 di sera.

Accanto a Virginia Raggi c’è l’avvocato del Movimento, Luca Lanzalone, che tiene i fili della trattativa con i privati. Il taglio finale alle cubature private è del 60%, dopo una trattativa che era partita da una proposta della Roma e di Parnasi che prevedeva una riduzione delle volumetrie intorno al 35%. Ma era un piano che non poteva convincere tutti i consiglieri pentastellati, soprattutto la fronda degli ortodossi fedeli alla linea del «No alla speculazione». La sindaca sposta ancora l’asticella e alla fine cede ai privati. Poi comunica l’intesa alle dieci e mezza (ovviamente via Facebook): «Tre torri eliminate; cubature dimezzate, addirittura il 60% in meno per il Business Park». Per la Raggi, «abbiamo rivoluzionato il progetto. Abbiamo sempre detto di essere favorevoli alla realizzazione dello stadio ma nel rispetto della legge». Per la Roma parla prima il diggì Baldissoni, «l’accordo che migliora il progetto, è un giorno storico», e poi il presidente James Pallotta: «Comincia un nuovo capitolo, non vediamo l’ora di costruire».

Ma insieme alle cubature, anche le opere pubbliche verranno tagliate rispetto a quelle definite dalla delibera del 2014. Alcune opere come il ponte sul Tevere e lo svincolo della Roma-Fiumicino vengono rinviate a data da destinarsi, anche dopo l’apertura dell’impianto.