Tra Totti e Spalletti non scorre più buon sangue, questo lo si è visto nel corso degli ultimi mesi, ma ieri si è arrivati al culmine del diverbio che li vede protagonisti. Davanti agli occhi dei giocatori dell'Atalanta e della Roma, dell'arbitro Irrati e i suoi assistenti, i due sarebbero arrivati a una vera e propria lite. Spalletti che attacca la squadra e Totti che la difende.
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Spalletti-Totti urla e insulti
Il Capitano entra e salva la Roma, ma questo a Spalletti non basta. Nel post partita gli animi si scaldano, i testimoni raccontano di un duro scontro verbale e non solo, ma in serata è arrivata la smentita del tecnico toscano
«Non è successo niente di grave, si è arrabbiato con lui e con gli altri» fa sapere Pallotta. Il presidente e la dirigenza romanista, però, hanno lasciato a Spalletti il difficile compito di essere chiaro con Totti, mentre loro ne prendono le distanze. Sabatini e Baldissoni incontreranno in mattinata il mister a Trigoria, per parlare dell'accaduto e per cercare una soluzione.
L'allenatore dei giallorossi, dopo essere stato espulso, ha aspettato i giocatori davanti allo spogliatoio. Se l'è presa con il gruppo accusandolo di «fare figure di merda da 10 anni». Totti ha risposto solo quando il tecnico gli ha rivolto la frase «zitto tu che fai il giro delle stanze di notte per giocare a carte». Nella serata di ieri è arrivato un comunicato ufficiale di Spalletti tramite il sito della società.
Intanto, nel mirino c'è sempre Totti, forse più del Napoli. «Totti non ha salvato niente, la partita l'ha salvata la squadra. Ha calciato in porta e ha dato un buon pallone, se ne dava tre ne facevamo tre di reti» queste le parole del tecnico nel post partita. E ancora: «Il futuro di Totti? O fa il calciatore o fa altro. Lui calcia la palla e fa gol, poi contano anche altre cose, come la corsa, prendere in mano il pallino della partita e altro che non viene portato alla luce ma è un problema vostro non mio. Dzeko lo anteponete a Totti e quindi è chiaro che se vince uno perde l'altro. Voi non ne volete due, io sì. Un giocatore che arriva a Roma sente sempre questo dualismo».
Ugo Trani
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