Nella sua prima conferenza ad Appiano Gentile, Luciano Spalletti pensa in grande: "Voglio riportare l’Inter nella posizione che le compete". Per centrare l’obiettivo bisogna dare identità e gioco alla squadra: "Ho pensato a un 4-2-3-1, ma dobbiamo essere pronti a fare altre cose. La mia avventura qui? Tutti me ne parlano come una bega, ma è la bega più bella che potesse capitarmi" come scrive Salvatore Riggio su Il Messaggero.
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Spalletti, l’ossessione non se ne va: “Addio ai giallorossi per Francesco”
L'ex tecnico giallorosso: "Totti? Ero diventato quello che divideva anziché unire"
Senza dimenticare gli anni passati alla Roma: "Conosco bene i miei ex giocatori. Manolas, Ruediger, Dzeko, Strootman e Nainggolan sanno qual è l’obiettivo da portare a casa". Sull’addio: "L’Inter mi ha contattato quando stava per finire il campionato. Contatti che si fanno e voi siete bravi a scoprire. Ma se accetti questo contatto, è chiaro che si fa un discorso diretto. Io non ho voluto farne finché non è finita la storia con la Roma. Totti? Ero diventato quello che divideva anziché unire. Si è verificata questa contrapposizione per cui l’amore per il calciatore che ha fatto la storia ha prevalso sul sostegno che doveva esserci per la squadra. Se non riesco a mettere d’accordo queste due cose a Roma, vuol dire che non ho fatto bene il mio lavoro".
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