rassegna stampa

Spalletti bacchetta i suoi giocatori «Poco carattere: la squadra non lotta»

Sembra essersi ridimensionato il tecnico di Certaldo che, dopo il pareggio di ieri, non fa nulla per nascondere l'amarezza

Redazione

«La Roma è una buona squadra, ma non una grande squadra». La virata di Spalletti, anche se in ritardo, è solo da apprezzare. Finalmente è arrivato il bagno d'umiltà che ci doveva essere, il pareggio con la neo promossa Cagliari lo avrà definitivamente convinto a non esagerare con l'esaltazione di questa rosa che è incompleta e lui lo sa meglio di tutti.

Lucio resta il picconatore di sempre: «Si lotta poco, non mi garba l'atteggiamento dei giocatori quando perdono il pallone. Non ci sono scuse, torniamo a casa con il risultato che abbiamo meritato. Mi sembra scarsa la personalità, perché poi nel momento in cui è facile gestire ci viene un po' il braccino'. Il piedino... Non riusciamo a fare passaggi facilissimi. Così gli altri prendono coraggio e se sono bravi raggiungono l'obiettivo, come è successo qui. In alcuni momenti siamo stati ancora fragili, in altri più forti: sicuramente non abbiamo ancora raggiunto l'equilibrio e ritrovato la tranquillità. Il Porto non deve essere una scusa: se non reagiamo abbiamo già finito di giocare. Questione di carattere. Che adesso manca».  Come racconta Ugo Trani su Il Messaggero, Spalletti insiste su l'aspetto mentale ma non si esime da colpe: «Non centra il calo fisico. C'è da lavorare psicologicamente. Peccato perché, nonostante il pareggio del Cagliari, abbiamo avuto altre due occasioni per vincerla in extremis: a volte se non hai la personalità di fare le cose semplici, quando arriveranno quelle difficili sarà ancora più dura. Soprattutto considerato l'alto livello dei giocatori che ho a disposizione. Dobbiamo registrarci. E allinearci al nostro modo di stare in campo e ai nostri obiettivi. Il nostro grafico deve essere sempre verso l'alto. Ma alla fine è l'allenatore quello che ha più colpe di tutti». Intanto arriva anche il disappunto di Pallotta:«Sono due punti buttati».