rassegna stampa

Servono coraggio e veleno per imparare a vincere

Rammarico per quello che poteva essere e che non è stato, ripensando pure alle prestazioni balbettanti di troppi singoli sul piano tecnico

Redazione

Allo Stadium di Torino è sempre la stessa storia, da quella prima volta - gennaio del 2012. Campionato o coppa, sette partite e sette sconfitte. Inutile anche cambiare, come scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero, via via uomini e allenatori: niente da fare, zero punti.

Quando vedi che Benatia, un tuo ex, riesce a farti male, molto male con una giocata simile a quella subìta qualche giorno prima in coppa contro il Torino, ti viene meno qualsiasi tipo di certezza. Un po' (tanto) di veleno in più, comunque, non guasterebbe. Possibile che quelli della Juve non perdano mai un contrasto, giocando ogni pallone come se fosse quello decisivo per le sorti della partita? Roma molle, invece. Mai veramente cattiva. A tratti, perfino impaurita.

Ecco la prima mossa di Di Francesco: dentro Schick. Forte la sensazione, però, che non sia un problema di uomini, ma di mentalità. E, non a caso, con meno paura nelle gambe, con più coraggio ecco la traversa di Florenzi. Un lampo tanto per dare spazio ai soliti rimpianti, acuiti dall'erroraccio di Schick praticamente allo scadere.