Garcia sorride ma sa. Sa che qualcosa non è andato e che i tre punti vanno oltre tutto, sono coprenti. Si mettono davanti a certe magagne difensive, che talvolta portano la Roma a rischiare più del dovuto. Quando si sbagliano tante occasioni, il rischio di tornare a casa a bocca asciutta è enorme, questo è il concetto. E stavolta i giallorossi - dopo il pari della Juventus contro la Sampdoria - proprio non potevano permetterselo. Garcia, questo, lo sa. «Abbiamo sfruttato l'occasione di tornare a meno uno dalla Juve, cosa che non c'era riuscita l'altra volta con il Sassuolo. Abbiamo imparato la lezione e siamo riusciti a vincere col Genoa, su un campo difficile. Nel secondo tempo con tante occasioni era possibile fare un gol in più e stare più tranquilli, perché una squadra quando è in dieci può essere pericolosa sui calci piazzati anche se l’ultimo corner non c’era. Abbiamo infatti rischiato un pareggio su un calcio piazzato, per fortuna non è andata così. Problemi psicologici della squadra? No, credo sia soltanto un fatto tecnico davanti alla porta: la Roma ha avuto cinque occasioni per chiudere la partita, se ci fossimo riusciti non sarebbe stato male e soprattutto non avremmo sofferto».
rassegna stampa
Rudi sereno: «Ho imparato la lezione del Sassuolo»
La Roma di Rudi Garcia vince a Marassi per 1 a 0, ma rischia la rimonta sul finale di partita
Nervosismo per l'arbitraggio di Banti.«Non voglio prestarmi a questo gioco. La moviola il direttore di gara non ce l’ha sennò avrebbe saputo che il calcio d'angolo non c’era. Io penso che i punti non si compensano perché le partite capitano in momenti diversi della stagione. L’importante è che gli arbitri facciano tutto in buona fede poi finché non li aiutiamo con la tecnologia è difficile. L'espulsione del portiere? Forse la doppia pena per Perin è troppa. Voglio pensare che, se non fosse stato espulso, Ljajic avrebbe fatto gol... Penso che gli arbitri siano bravi e abbiano un compito difficile: solo la televisione può aiutarli». Garcia ha scelto di giocarsele senza un attaccante vero, Totti e Destro sono finiti in panchina e là davanti hanno giostrato solo corridori come Gervinho e Florenzi, più un giocoliere alla Ljajic. Il perché è semplice: «Sapevamo che era possibile sfruttare la velocità dei nostri attaccanti, i loro difensori sono fortissimi ma sono lenti. Avevo bisogno di profondità e di colpire negli spazi, avendo contemporaneamente una copertura sugli esterni». Nessuna preclusione per Destro, anche se Mattia non c'è rimasto bene di stare a guardare. «Tutti i miei giocatori sanno che sono importanti e avranno il loro momento. Io sto solamente sfruttando la vena di alcuni (vedi Ljajic, ndi). Mattia sa che tornerà a giocare con noi perché ci sono ancora tante gare». Per uno scontento, ce n'è un altro che va a mille, Nainggolan. «Radja è stato un dei migliori, da lui mi aspetto che giochi sempre così. Ha segnato e si è procurato un rigore, oltre ad essere stato al centro del gioco della Roma difensivamente e offensivamente».
MANOVRA SBIADITA
La Roma dell’anno scorso esprimeva una qualità superiore, questo ormai sembra evidente. Anche se la squadra di quest'anno dà la sensazione di essere più vicina alla Juventus almeno come punti. Forte ma meno bella, insomma. «E' vero, a volte giochiamo bene, a volte no. Si va in campo ogni tre giorni, le gare di Champions sono state difficili e a volte è mancata di energia. Tutte le squadre italiane che hanno giocato le coppe hanno fatto meno punti dell’anno scorso, noi dobbiamo stare vicini vicini alla vetta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA