«Adesso è importante la continuità». Garcia, ottenuta meritatamente la promozione agli ottavi, ha inquadrato il prossimo step. La Roma è ripartita in Olanda, ma il tecnico giallorosso ha giustamente chiesto al suo gruppo di non fermarsi sul più bello. Per dare forza alla prestazione di Rotterdam bisogna subito ripetersi. In questo senso lo scontro diretto con la Juve, lunedì sera all’Olimpico, sembra essere fatto apposta per togliersi anche gli ultimi dubbi. La gara più sentita diventa il test della verità per il gruppo. Proprio il francese vuole avere la conferma di quanto visto contro il Feyenoord: l’equilibrio tattico ritrovato, la crescita di alcuni singoli e finalmente il comportamento da squadra. La qualificazione in Europa League (guadagnate sei posizioni nel ranking Uefa: dal 52° al 46° posto) va sfruttata al meglio: fisicamente, tecnicamente e soprattutto psicologicamente. Può generare l’energia positiva per finire alla grande questa stagione.
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Roma, la verità contro la Juve
La vittoria di Rotterdam può generare l’energia positiva per finire alla grande questa stagione ma serve una conferma lunedì sera all'Olimpico
PROGRESSI EVIDENTI - «La condizione non si trova certo in un paio di giorni: questo per dire che i giocatori stavano bene anche prima». Garcia, con queste parole, ha voluto sottolineare che la Roma si è sbloccata più mentalmente che atleticamente. Tant’è vero che si è rivisto il gioco. Non solo il contropiede, ma il pressing e il ritmo per prendersi l’iniziativa e il successo. Il primo successo all’estero da tecnico giallorosso rischia di essere, dunque, il nuovo punto di partenza di questo gruppo. Che nello spirito è sembrato improvvisamente rinato. Torosidis, tre assist in 2 gare con il Feyenoord, ha spostato in secondo piano il forfait prolungato del titolare Maicon; De Rossi è sembrato più coinvolto e soprattutto più dinamico; Pjanic ha lavorato per i compagni prima che per se stesso, altruista e al tempo stesso disponibile. Tre sorrisi che si aggiungono al 5°gol europeo di Gervinho (2 in 2 partite a Vermeer e 3 in Champions), al 9° stagionale di Ljajic e al recupero di Iturbe. Per la volata, in coppa e in campionato, la rosa numericamente sta lievitando (prima o poi anche Doumbia e Ibarbo saranno protagonisti: almeno si spera). E con più soluzioni, pure il turnover dovrebbe riprendere a funzionare.
DIFETTI CONOSCIUTI - Il gol di Manu, preso in superiorità numerica, ha invece fatto discutere. Perché dietro la Roma continua a essere fragile. In mezzo più che sui lati e a prescindere dagli interpreti utilizzati: Manolas e Yanga Mbiwa, la coppia preferita di Garcia, spesso sbagliano pure gli appoggi più semplici. Amnesie e gaffe. La fase difensiva è da tenere sempre sotto controllo. Se il sistema di gioco garantisce intensità e compattezza, il reparto è meno vulnerabile. Ma le linee si devono muovere insieme, restando vicine. Lunedì il nuovo esame.
PROPRIETA’ OTTIMISTA - «Credo che la squadra sia pronta per la Juve: sono molto contento per la prestazione di Rotterdam, tra l’altro in un ambiente ostile». Pallotta, che oggi sarà a Trigoria in visita alla squadra, si è goduto la qualificazione davanti alla tv e ha promosso la Roma di coppa. Del resto il presidente, assente in Olanda perché impegnato nella capitale in incontri istituzionali (ieri pomeriggio la visita al sindaco Marino), ha sempre avuto fiducia in questo gruppo. Che, a sentire il bostoniano, ha confermato di essere unito proprio contro il Feyernoord e in particolare quando è stata lanciata la banana su Gervinho. «Il suo comportamento è stato fenomenale. Tutti abbiamo visto e io quelli li considero razzisti. Gervinho ha invece reagito da grande: è tornato in campo e ha segnato. Non poteva dare una risposta migliore. Oltre a questo, ancora più del suo gol, ho apprezzato l’atteggiamento dei suoi compagni. Pjanic ha dato l’esempio. Io prenderei un cartellino giallo al giorno pur di fare come lui. O come hanno reagito anche gli altri dopo che è stata gettata la banana. Io sono davvero orgoglioso della Roma:in quei momenti, ha dimostrato di essere una squadra vera».
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