Il Messaggero

Roma, un punto di non ritorno

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Giallorossi colpiti dal solito errore su palla inattiva. Ghisolfi protesta con l'arbitro per un rigore non concesso
Redazione

Doveva essere una festa per l'Union St. Gilloise, scrive Stefano Carina su Il Messaggero, è festa è stata. Con tanto di regalo: quello di Svilar che permette ai modestissimi belgi di celebrare al meglio l'anniversario per i 127 anni. Esce fuori un 1-1 che diminuisce drasticamente le possibilità di arrivare tra le prime otto in Europa League. Ora bisognerà sgomitare per restare tra le ventiquattro e vista la Roma di ieri non è scontato. Un po' per le scelte iniziali di Juric, un po' per l'atteggiamento di chi va in campo e come se non bastasse ci si mettono anche l'ennesima svista arbitrale e l'errore clamoroso del miglior elemento in stagione, Svilar. Il rigore non concesso a Mancini per fallo di Machida al 29' appare netto. Non è d'accordo soltanto l'arbitro Brisard che a fine primo tempo deve fronteggiare le proteste di Ghisolfi nel tunnel che porta agli spogliatoi. Per carità, la Roma di certo non pareggia per quell'episodio e a dir la verità non c'è nemmeno quel pizzico di fortuna (palo di Baldanzi nella ripresa) che a volte servirebbe. Tuttavia per far girare la carta serve anche qualcosa di diverso. Perché se riesci a trovare il gol quasi per caso (uscita sbagliata del portiere lussemburghese Moris che permette a Mancini di segnare il suo primo gol stagionale) non puoi restituirlo con un regalo di Svilar (il serbo su un corner scivola, scontrandosi con Koné, e permette a Mac Allister di pareggiare i conti). Si parlerà di sfortuna ma c'è ben altro. La Roma infatti è una squadra che va avanti come se nulla fosse, ad un ritmo che con il calcio che Juric professava a Crotone, Verona e Torino non ha nulla a che vedere. E così basta anche l'Union St Gilloise, decima nel campionato belga, per mettere a nudo i soliti problemi. L'impressione è che a questo punto serva una svolta. Quella che Juric nonostante l'impegno profuso non è riuscito a imprimere. Il tecnico sia in tv che in conferenza stampa nel post-gara è sembrato un pugile alle corde. Spento nelle dichiarazioni, come la squadra che si vede in campo. Un gruppo senza anima e cuore che al netto delle certezze dell'allenatore non si diverte e non diverte.