Qualche problema in difesa, nessuno in attacco. Così la Roma torna in Italia dopo la tounée in America. Dal ritorno di Spalletti, in ogni partita il gol prima o poi esce sempre, come evidenzia Luca Tongue su Il Messaggero.
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Roma, ti presento Dzeko
La bella sorpresa di questo precampionato è legata al centravanti bosniaco, sempre in gol
La bella sorpresa di questo precampionato è legata a Dzeko, a segno in tutte e tre le gare. Se si considera anche il girone di ritorno e l'amichevole del 20 maggio con l'Al Ahly, la Roma di Lucio è rimasta a secco soltanto con la Juventus (24 gennaio) e nel doppio confronto in Champions con il Real Madrid. In totale 57 reti in 24 gare, media 2,375 a partita.
Bisogna sistemare la fase difensiva della squadra e il preliminare di Champions incombe. Perché se è vero che la Roma segna contro chiunque, è anche vero che rischia di subire gol da chiunque. È accaduto anche l'altra sera con i canadesi (imbottiti di riserve) fermati soltanto da un ottimo Alisson. Almeno tre parate di livello per il brasiliano che darà filo da torcere a Szczesny, da ieri nuovamente giallorosso.
Le note liete della tournée Usa arrivano anche da Paredes e Strootman. L'olandese è un diesel che continua a macinare chilometri alla ricerca della miglior condizione. Che paradossalmente non è fisica ma mentale.
Capitolo a parte merita Paredes: cresciuto sia fisicamente che tatticamente sembra un altro rispetto al ragazzino spaurito arrivato dal Boca un paio di anni fa. Deve però imparare a sveltire la manovra e ad avere più personalità nel dettare i tempi. Questo gli riesce ancora a tratti. E la Roma non può permetterselo.
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