Prove di pseudo normalità, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Ieri il primo ad arrivare è stato Pau Lopez. Poi, a stretto giro, è stata la volta degli altri 28 calciatori della rosa, ai quali s'è aggiunto Petrachi. La squadra si è divisa in tre gruppi in altrettanti campi di gioco (quelli in erba) con allenamenti che hanno avuto luogo in tre orari diversi: 9.30, 10.45 e 12. La prima sessione è durata quindi (per tutti) un'ora, anche perché è stato ritenuto inutile forzare subito i carichi di lavoro dopo tanta inattività.
rassegna stampa
Roma, riscoperta della normalità
I giallorossi, divisi in tre gruppi, si sono ritrovati agli ordini di Fonseca, da uomo in maschera a uomo in mascherina
C'era anche Zaniolo che, pur non lavorando in palestra (che sarà allestita all'aperto nei prossimi giorni), ha svolto esercitazioni individuali a parte. In precedenza ogni gruppo era stato ulteriormente scaglionato in mini-raggruppamenti di 3-4 giocatori, con la presenza all'interno di ciascun campo anche di un membro dello staff tecnico, uno dello staff medico ed un fisioterapista (muniti di mascherine), pronti a intervenire in caso di necessità. Il primo giorno di scuola, è così scivolato via con esercizi individuali con il pallone, alternati a test atletici volti a capire in che stato sono i calciatori.
Tra la fine del primo gruppo e l'inizio del secondo, i magazzinieri hanno igienizzato i paletti e i palloni. Così tra il secondo e il terzo.
Prima di scendere in campo i calciatori, una volta arrivati nel centro sportivo, si sono sottoposti alla doppia misurazione della temperatura corporea e dell'ossimetria. Poi ciascuno è andato nella propria stanza dove ha trovato la divisa d'allenamento. Gli scarpini, invece, sono stati posti a bordocampo, con tutto il necessario per l'idratazione durante la seduta.
Un'ora di esercizi e poi, con gli spogliatoi chiusi, di nuovo in camera - rigorosamente uscendo uno alla volta - per effettuare la doccia, cambiarsi e tornare nelle rispettive abitazioni. Davanti alla porta, sono stati fatti trovare i cestini del pranzo preparati dai cuochi su suggerimento del nutrizionista giallorosso. Cestini sigillati che i giocatori hanno poi consumato a casa. Niente più pranzo insieme, dunque. Abolita anche la colazione (il bar del centro sportivo rimane chiuso), un rituale al quale Fonseca aveva abituato la squadra.
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