A prescindere dall'avversario di turno c'è da notare la crescita della Roma. La classifica, con un match da recuperare, non è più orribile come dopo il ko del 26 agosto contro l'Inter e la continuità nei risultati è più significativa di quella avuta nella partenza della scorsa stagione con Spalletti in panchina, come scrive Ugo Trani su Il Messaggero.
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Roma, partenza da “9”
La squadra è in evidente crescita: trovata continuità nei gol, negli equilibri difensivi e ha già più punti dell’anno scorso
Il raccolto di Di Francesco è già migliore, sia in campionato che in Champions. Nel torneo scorso 7 punti in Sere A, con 9 gol realizzati e 5 subiti: 2 vittorie interne contro l'Udinese (4-0) e la Sampdoria (3-2), 1 pari in trasferta contro il Cagliari (2-2) e 1 sconfitta, sempre fuori casa, contro la Fiorentina (1-0). Adesso già 9 punti, con 9 gol fatti e 3 incassati: 3 successi, 1 all'Olimpico contro il Verona (3-0) e già 2 fuori contro l'Atalanta (0-1) e il Benevento (0-4), e 1 ko casalingo contro l'Inter (1-3). Proprio l'unica sconfitta stagionale, contro i nerazzurri dell'ex Spalletti, resta, almeno per 70 minuti, la prova più convincente, arricchita anche da 3 pali e dal rigore negato da Irrati e Orsato (Var).
Nel saldo attivo di inizio stagione va pure registrato il record delle conclusioni di sabato davanti a Nicolas: cifra tonda (e tripla) di 30 (10 in porta, 10 fuori e 10 ribattuti) e ultimo tiro al bersaglio di queste proporzioni lontano più di quattro anni e mezzo fa.
La rosa non è ancora al completo, come ha recentemente ricordato Di Francesco: convalescenti Emerson e Karsdorp, in teoria i terzini titolari, Florenzi appena recuperato dopo 11 mesi di inattività e quindi ancora in rodaggio, Schick arrivato a Trigora da atletizzare e attualmente infortunato (ricaduta evitabile e quindi inspiegabile).
Il debutto di Gonalons al Vigorito ha fatto salire a 21 i giocatori utilizzati (contando anche Tumminello che adesso è al Crotone) in 5 partite. Ma il dato che caratterizza il turnover del tecnico è un altro: appena 3 i calciatori sempre partiti titolari, il portiere Alisson, il terzino mancino Kolarov e il centravanti Dzeko (l'unico, rispetto agli altri due, sostituito poi in partita). Quelli che, prendendo in esame il gruppo (almeno quello attuale), sembrano tecnicamente insostituibili. Ma, con 3 partite nei prossimi 9 giorni (domani l'Udinese all'Olimpico, mercoledì il Qarabag a Baku e tra due domeniche il Milan a San Siro), solo Alisson potrebbe sfuggire alla regola della rotazione.
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