rassegna stampa

La Roma non finisce mai

Oggi, come un anno fa, i giallorossi macinano risultati su risultati, anche se non esiste una formazione-base, anche se Garcia cambia sistematicamente la formazione, anche se i nuovi sono tanti, anche se non mancano gli infortuni

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Tre vittorie in campionato e una in Champions League. Quattro su quattro. En plein. Dieci reti all’attivo (6 nella prima mezzora di gioco) e una sola al passivo, in Europa. In campo nazionale, la porta della Roma è (come quella della Juventus) ancora inviolata. Passano i mesi, cambiano i giocatori ma la Roma di Rudi Garcia continua a essere una garanzia.

Oggi, come un anno fa, i giallorossi macinano risultati su risultati, anche se non esiste una formazione-base (già 19 gli uomini impiegati), anche se il francese cambia sistematicamente la formazione, anche se i nuovi sono tanti, anche se non mancano gli infortuni. Segno che il dna è consolidato; segno che la squadra, la A oppure la B, sa sempre cosa fare.

Il maliano Keita, professore del centrocampo, è il simbolo della continuità: tecnica e personalità al servizio della squadra, con la sensazione che sia lui sia Manolas, per dirne un altro, siano a Trigoria da sempre e non soltanto da poche settimane.

LA DIFESA -  Quattro partite ufficiali, come detto, e un gol al passivo. Quello subito in Champions (sul 5-0) dal nigeriano Musa del Cska Mosca. In campionato, tre gare su tre con la porta inviolata, cioè con Morgan De Sanctis imbattuto. Un dato che deve essere analizzato con grande attenzione, visto che contro il Cagliari, per dirne una, tre difensori su quattro, Manolas, Yanga-Mbiwa e Cole, nella passata stagione non c’erano. Questo vuol dire che contano poco gli uomini, ma conta moltissimo l’organizzazione difensiva della squadra di Rudi Garcia. Nel passato campionato, la Roma beccò un gol soltanto nelle prime dieci partite, tutte vinte: l’unica rete al passivo in quella fetta di campionato arrivò alla terza giornata, a Parma (dove la Roma sarà di scena domani sera) e questo significa che il parziale è stato addirittura migliorato. E il primato in classifica a quota 9, alla pari della Juventus, si spiega anche con questi numeri: non è assolutamente un caso, ad esempio, che anche i bianconeri non abbiano ancora subito una rete. De Sanctis imbattuto, Buffon imbattuto. E Roma e Juventus volano. Nessun’altra squadra del campionato è ancora a quota 0: Inter, Verona e Samp ne hanno beccata una.

LE SORPRESE -  Manolas, per certi versi, rappresenta la sorpresa più positiva di quest’avvio di stagione. C’era molta preoccupazione almeno fino alla partita con la Fiorentina per la partenza di Benatia, autentico muro della difesa della Roma nel passato campionato. Poi, una volta visto in azione il greco, tutto o quasi è svanito: Kostas è un signor centrale, uno che magari non ha molta dimestichezza con la costruzione del gioco (contro il Cagliari, però, è stato proprio lui a iniziare l’azione che ha portato al gol di Destro) ma che sull’avversario è implacabile. Uno che non molla un centimetro, uno forte fisicamente e rapido sia nel corto che nel lungo raggio. Astori, fermo ai box per un problema al ginocchio, prima di infortunarsi non aveva affatto rimpiangere Castan che deve esser considerato ancora uno dei titolari lì in mezzo alla difesa. Bene contro il Cagliari è andato anche Yanga-Mbiwa, accolto nella capitale con scetticismo infinito: l’ex capitano del Montpellier fa cose semplici, non si avventura in giocate pericolose e si disinteressa della fase di possesso palla, salvo muoversi in maniera corretta sulle chiusure preventive quando la Roma attacca. Che, insieme con il contributo protettivo del centrocampo, sono il vero segreto della difesa della Roma.