Era tutta un’altra storia quando giocavi e gli avversari non sapevano, perché per loro eri una sorpresa; bei tempi quando ogni risultato andava bene a tutti, perché nessuno pretendeva niente e quello che davi (e ottenevi) era un guadagno netto, visto che avevi appena tirato fuori la testa dalle macerie. La Roma adesso ha cambiato modo di pensare, con lei tutti i suoi tifosi. Nessuno vuole rinunciare a un sogno e un pareggiotto con la Sampdoria, per non palare del botto in Champions contro il Bayern Monaco, fa crollare un bel po’ di certezze. Ad accendere ancor di più le aspettative e quindi le pressioni della piazza ci si è messo una decina di giorni fa proprio Rudi Garcia quando, così a secco, ha dichiarato di essere certo della «vittoria dello scudetto». Lo stesso tecnico della Roma, alla vigilia della sfida, apparentemente facile, con il Cesena si trova ora a dover dire: «Dobbiamo tornare alla vittoria in campionato. Con tutto il rispetto del Cesena, c’è solo un risultato: la vittoria». Vittoria, solo vittoria, vittoria e basta. Questo ormai è. Non vincere, infatti, significherebbe gestire una mezza fase depressiva e non è augurabile. Anche Allegri parla nella stessa maniera (c’è Genoa-Juve), ma si sa, a Torino «vincere è l’unica cosa che conta». A Roma non è così, ma ora sembra un po’ così.
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Roma, modi Rudi: “Vincere e basta!”
Il tecnico francese, al di là dei proclami, può sorridere, perché pian piano torna a gestire qualche giocatore in più. Ad esempio stasera avrà a disposizione Keita
IL FIATO CORTO - Garcia, al di là dei proclami, può sorridere, perché pian piano torna a gestire qualche giocatore in più. Ad esempio stasera avrà a disposizione Keita, che prepara una staffetta con il collega esausto Nainggolan, più Manolas, reduce da due turni di squalifica, che potrà far riposare Yanga-Mbiwa, il quale dal giorno dell’esordio con il Cagliari, le ha giocate tutte da titolare. Tra poco riavrà Maicon (buono per Napoli, a quanto pare) e più in là Castan e Strootman. In attacco, Borriello a parte, c’è il pienone. Totti ha bisogno di riposo (a Genova è toccato a Pjanic), Florenzi pure, così come Gervinho, che si gioca il posto con Ljajic. Il tecnico pensa a qualche staffetta anche là davanti, in vista del prossimo mini-ciclo (Cesena, Napoli, Bayern e Torino, poi tutti a guardare le Nazionali). «Ci sono partite davvero piacevoli da giocare. La buona notizia è che avrò maggiore possibilità di scelta. Nelle ultime settimane molti hanno dovuto giocare stringendo i denti e questo fa parte della qualità mentale di un professionista. Tornando altri giocatori, sarà più facile dare un tempo di recupero ad alcuni ed avere più energie in campo. Me lo auguro sinceramente», Garcia dixit. Pare sembri arrivato il turno di Destro (e di Iturbe), fuori quasi sempre dai big match. E’ solo un caso? «Per il momento forse lo è. Io non rifletto così, Mattia sta bene, è un attaccante d’area, quando ci sono partite in cui giochiamo partendo da lontano è meglio avere attaccanti veloci. Ma lui e Totti possono anche giocare insieme». E Cole? «Non è stata certo colpa sua la sconfitta con il Bayern. Lui ha disputato anche partite di ottimo livello e le prossime le giocherà sicuramente». Forse riposerà pure De Sanctis, per far scaldare un po’ Skorupski, su cui tutti credono ma che ha bisogno di giocare e Morgan è il suo primo sponsor. Si parla pure di un debutto da titolare di Paredes. Vedremo.
INDIETRO AL MITTENTE - Garcia vive e accetta le pressioni ma le critiche mossegli in questi giorni non sembra averle gradite. «Se un pareggio col Manchester City e con la Sampdoria sono brutti risultati... non sono d’accordo. La Roma è un po’ sulle gambe? Non credo. Alcuni hanno bisogno di ritrovare il ritmo. Ma a Genova non ho visto una Roma inferiore sul piano fisico».
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