(Il Messaggero - U.Trani) La seconda manita di Luis Enrique si alza, all’Olimpico, davanti alle tre rivali nella corsa Champions: la Roma sale in classifica e torna a quattro punti dal terzo posto, mentre chi la precede si ferma.
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Roma, manita da Champions
(Il Messaggero – U.Trani) La seconda manita di Luis Enrique si alza, all’Olimpico, davanti alle tre rivali nella corsa Champions: la Roma sale in classifica e torna a quattro punti dal terzo posto, mentre chi la precede si ferma.
Il 5 a 2 contro il Novara produce l’effetto desiderato: serve per rivedere il podio che potrebbe dare un senso a una stagione fin qui anonima. Non contano, nella circostanza, le gaffe dei singoli, nè la prestazione del gruppo: i giallorossi devono solo guardare l’utilità del risultato, rotondo e per questo meritato, a otto giornate dal traguardo.
(...) Nonostante le assenze pesanti, Luis Enrique si gode la prima rimonta (l’ultima contro la Sampdoria già retrocessa, sempre all’Olimpico, nella giornata conclusiva del torneo scorso). I giallorossi restano in testa per i punti fatti nei primi quarantacinque minuti, ma contro il Novara crescono nella ripresa, cosa mai accaduta nelle ultime tre partite. Sta a significare che il gruppo non ha la lingua di fuori.
In difesa mancano Heinze, Burdisso e Juan e, proprio nel giorno in cui De Rossi deve per forza arretrare da centrale vicino a Kjaer, pure Pjanic non è disponibile e a centrocampo Luis Enrique vara un trio mai collaudato: Gago in mezzo, ai suoi fianchi Simplicio e Marquinho. (...). La differenza contro il Novara non la fa il coro, ma i solisti. Osvaldo su tutti. L’italoargentino realizza la terza rete consecutiva in tre gare, la decima di questo torneo che gli permette di entrare in doppia cifra (unico tra i giallorossi), produce gli assist per i gol di Marquinho e Lamela, prende una traversa e fa in assoluto respirare i compagni nei momenti più duri del match. Accanto a Osvaldo, mancando Borini, si rivede titolare Bojan: è la migliore intuizione di Luis Enrique. Lo spagnolo sta più in forma di Lamela, inizialmente in panchina. La sua freschezza è preziosa e manda in tilt la difesa del Novara che non aveva subito nemmeno un gol in sei delle ultime otto gare. Anche Marquinho è decisivo e non solo per la sua prima rete con la nuova maglia. Il brasiliano, tra i centrocampisti, è in questa partita il più affidabile nella corsa e come qualità. E nei movimenti.
La Roma, cosa da mettere in preventivo, sbanda dietro. Caracciolo si presenta con un gran gol: di nuca e spalle alla porta, su lancio di Gemiti, anticipa De Rossi e supera Stekelenburg al diciassettesimo per il vantaggio del Novara, dopo le occasioni sprecate da Jeda e Osvaldo. Il reparto arretrato soffre sui lati, dove Taddei sembra stanco e Josè Angel chiude male. Caracciolo, diagonale sballato, fallisce il raddoppio e Osvaldo, cross da destra di sinistro, pesca Marquinho: il brasiliano sovrasta Paci e firma il pari al venticinquesimo. Di testa. Come Osvaldo, su corner di Totti, per il sorpasso al trentaquattresimo. Il portiere Ujkani, infortunatosi ad una mano in un precedente scontro con l’italoargentino, è dolorante. Non rientrerà nella ripresa: dentro Fontana. Osvaldo, su cross di Josè Angel, prende subito dopo la traversa, splendida la girata, ancora di testa.
Nel finale di tempo brividi per la Roma: su un corner velenoso di Jensen e su un colpo di testa di Lisuzzo. Al quarantaquattresimo protesta il Novara: Jeda atterrato in area da Kjaer su tocco in profondità di Caracciolo. Sarebbe rigore e rosso, ma l’assistente Giachero chiama un fuorigioco che non c’è. Jeda, nuova dormita di Kjaer su lancione (tipo Muntari per Ibrahimovic a San Siro) di Garcia, si pappa la chance del 2 a 2 ad inizio ripresa. I giallorossi, finalmente concreti, non perdonano e abbattono il 5-3-2 di Tesser: Simplicio usa il cucchiaino per il 3 a 1 al decimo e lascia il posto, per un fastidio muscolare alla coscia, a Perrotta; Bojan, in contropiede su verticalizzazione di Marquinho, segna la sua quinta rete in giallorosso per il 4 a 1 al diciassettesimo, dedicandola all’amico Abidal, e va in panchina per dar spazio a Lamela. Al minuto 33, sbaglia anche l’altro assistente di Romeo, il signor Comito: Morimoto, su sponda di Caracciolo, è in fuorigioco quando realizza la seconda rete del Novara. Entra Viviani per Totti: il capitano resta a digiuno, ma più che per se stesso gioca per la squadra. Marquinho chiude da trequartista. Lamela, a fine recupero, sigla il gol del 5 a 2, il suo secondo in A: sinistro garbato su invenzione di Osvaldo. (...)
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