rassegna stampa

Roma mai dire grande

La squadra giallorossa, quando è lì lì per spiccare il volo, si impalla. L'errore diventa ripetitivo

Redazione

Analizzando Atalanta-Roma ciò che va capito, e non è facile perché tutto questo succede da sempre, è il motivo per cui quando si è lì lì per spiccare il volo, quando c'è bisogno di fare la voce grossa, la Roma si impalla. E non diventa mai definitivamente grande, come sottolinea Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Tornano in ballo questioni caratteriali, ad esempio. La Roma oggi è una squadra che conosce perfettamente le proprie bellezze e ogni volta riscopre i propri limiti. Il fatto che in trasferta non abbia trovato la continuità la dice lunga anche sulla personalità: in casa una Roma macina gol e vittorie, lontano dall'Olimpico balbetta il più delle volte.

Quello in trasferta è un ruolino da metà classifica. Spalletti vuole che la sua Roma imiti la Juve, magari nella feorica, quell'ingrediente utile nelle paurose partite esterne, dove la Roma perde ancora troppi punti ingenui.

Ma il carattere non si acquista come un calciatore qualsiasi. Lo portano i calciatori di carattere e forse la Roma - per stessa ammissione di Spalletti - non ne ha moltissimi. Non bisogna tornare indietro a Samuel, che si presentò in conferenza stampa con lo stecchino tra i denti, ma a qualcosa di simile sì. Oltre alla questione caratteriale, va aggiunta pure quella legata alla quantità dei calciatori.

Spalletti considera questa la rosa migliore che abbia mai allenato. Ma qualcosa manca, è evidente. Lucio sta cercando di fare quello che può e per tanti versi sta facendo un ottimo lavoro, ma la squadra dà la sensazione di essere meno continua dello scorso anno.