rassegna stampa

Roma, l’attacco che verrà

Non è solo Dzeko il responsabile della poca efficacia in fase offensiva di mercoledì sera

Redazione

La Roma a Madrid, nel comportamento, è rimasta se stessa. Aggressiva, padrona della situazione e, almeno fino a quando non è passata in svantaggio, anche equilibrata, come scrive Ugo Trani su Il Messaggero.

Di Francesco ha però rimproverato ai suoi l'assenza di cattiveria al momento di chiudere l'azione. L'ultimo passaggio semplicemente la scelta finale. Errori che non chiamano, però, in causa solo Dzeko che da 7 partite non fa centro. Non è solo lui il responsabile della frenata di mercoledì sera. Finalizzazione minima che, oltre che da qualche movimento sbagliato del centravanti, è dipesa pure da giocate frettolose o sciatte di chi di solito disegna assist o comunque inviti per i compagni: Kolarov e Perotti a sinistra, lo stesso Gerson a destra o Pellegrini che, al rientro da titolare, non è proprio riuscito ad entrare in partita.

Di Francesco lo ha chiamato cinismo. Ma la Roma, in attacco, ha perso improvvisamente pure la lucidità. Il reparto offensivo si è appoggiato, fin qui, esclusivamente su Dzeko, Perotti ed El Shaarawy. L'allenatore, però, solo in 2 partite ha schierato il tridente titolare.

La situazione, dunque, può solo migliorare. Perché in quel settore, con 7 interpreti a disposizione, preso ci sarà ampia scelta. Schick, più degli altri, è quello che dovrebbe permettere il salto di qualità. Sia nella finalizzazione che nella qualità. E' appena tornato in gruppo, ieri ha segnato nella partitella, e potrebbe finire nella lista dei convocati per la partita di domenica a Marassi contro il Genoa.

Il minutaggio dell'attacco della Roma chiarisce quanto Dzeko abbia bisogno, prima o poi, di riposare. E quindi quanto Di Francesco si aspetti di avere al meglio, e al più presto, Schick e lo stesso Defrel.  La stagione, insomma, passa anche e soprattutto dalla panchina.