Luciano Spalletti ha un compito preciso: dovrà cercare di riaccendere la luce dopo il blackout settimanale. Lione è una tappa complicata ma, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, bisognerà metter a posto qualcosina per non perdere il treno.
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Roma, la palla a Lucio
Dal Lione al derby di ritorno comincia il mese-verità. Spalletti prova a riaccendere la luce dopo il blackout. Il tecnico giovedì tornerà al 3-4-2-1 per ridare certezze al gruppo
Va capito come sta la squadra che ha ripreso a lavorare ieri dopo una giornata di riposo. Lucio ha pensato bene di far staccare la spina a tutti i calciatori e non caricarli troppo, per non aggiungere pesantezza alla testa a quella alle gambe. Un’attenzione che, anche in passato, ha dato i suoi risultati, vedi quando lo stesso Spalletti, per primo da queste parti, aveva abolito i ritiri prima della gare in casa. A Trigoria si sta cercando di mettere a posto gambe e testa, con allenamenti tattici e non pesanti da un punto di vista fisico. Alcuni calciatori poi, dopo lo sforzo di Lione, potranno tirare un po’ il fiato in occasione della sfida di domenica prossima a Palermo.
La tattica – come sempre – avrà il suo peso nella sfida di giovedì. Spalletti, si sa, non avrà Ruediger ed è probabile che torni al vecchio modulo, quello che ha fatto volare la Roma in campionato e, per restare in Europa, anche contro il Villarreal: 3-4-2-1, con l’innesto di Juan Jesus (o chissà, a sorpresa Vermaelen) al posto di Rudiger e il ritorno dal primo minuto di Salah (anche se Perotti sta molto bene), Peres e Emerson, esclusi dalla sfida contro il Napoli.
Cambiare non dà sempre vantaggi, specialmente se i calciatori, e qui è stato bravo Spalletti a scoprirlo, sono più adatti a giocare in un altro sistema tattico. Ogni volta che si è andati alla ricerca della botta del fuoriclasse (Gerson a Torino, Vermaelen a Genova e il 4-2-3-1 con il Napoli, per non tornare troppo indietro al De Rossi centrale di difesa contro il Porto) si è sempre andati a sbattere.
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