Paulo il trasformista avrà il suo bel da fare. Perché se è vero che nel calcio moderno "tutti devono saper far tutto" (Pellegrini dixit), probabilmente la specificità del ruolo è una delle caratteristiche che non è propria di questa Roma, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.
rassegna stampa
Roma in cerca di identità
Tanti i giallorossi che per esigenze tattiche e rosa incompleta non possono essere utilizzati da Fonseca nei loro ruoli naturali
Prendete ad esempio Zaniolo. Fonseca, non più tardi di tre giorni fa, ha dichiarato che "può giocare sia da ala che da 10". Ossia esterno nel tridente offensivo oppure trequartista. Ieri Nicolò, in una lunga intervista rilasciata al magazine sportivo These Football Times, ha spiegato invece come si veda meglio come "numero 8 o addirittura da centrocampista difensivo. Per ora gioco in qualsiasi posizione, un giorno forse mi sistemerò più in basso".
Che poi è il ruolo che il ct Mancini gli vede cucito addosso: mezzala. Ma non finisce qui. Il giorno della presentazione, Diawara ha candidamente ammesso di "essere abituato a giocare in un centrocampo a tre ma mi adatto anche a due". Adattarsi, quindi adeguarsi.
Anche Veretout in carriera ha giocato (quasi) sempre mezzala in una linea a tre. Ora in giallorosso sarà provato in regia vicino a Pellegrini. Ruolo dove lo scorso anno ha faticato sia con Pioli che con Montella. E a pensarci bene pure Mancini non è un fedelissimo della linea a quattro. Lo si è visto in queste prime uscite, dove s'è fatto apprezzare più per le doti da bomber che per quelle difensive.
La nuova Roma costruita da Petrachi sembra dunque un grande puzzle di qualità che Fonseca dovrà assemblare.
Nelle prime uscite la Roma si schierava con una sorta di 3-3-3-1 che vedeva il trequartista scalare a centrocampo e uno dei mediani pronto a far partire l'azione in mezzo ai due difensori centrali. A Perugia, la squadra ha cambiato leggermente fisionomia con un 2-2-2-4: in mezzo il centravanti e uno del tridente offensivo che lo affianca, ai lati gli esterni bassi che salgono sfruttando il movimento delle due ali che stringono al centro. Quando la Roma ha perso il pallone, a volte la Roma s'è ritrovata con i due centrali costretti all'uno contro uno con gli avversari di turno.Una delle controindicazioni del calcio offensivo professato dal tecnico portoghese che a Perugia, è andato in difficoltà sulla contromossa più ovvia, ossia il lancio lungo a saltare il centrocampo. Fonseca, anche sotto questo punto, si attende già oggi (amichevole contro il Lille, ore 18) dei miglioramenti.
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