rassegna stampa

Roma, il piano di Eusebio

Di Francesco è pronto a partire con idee ed entusiasmo, ma la costruzione della rosa non è figlia solo delle sue scelte

Redazione

Eusebio Di Francesco è tornato a Roma con un grande entusiasmo pronto per pensare a una ricostruzione non del tutto attesa: perché, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, nemmeno lui, forse, si aspettava certe cessione tutte insieme. E ci vorrà tanto entusiasmo a convincere tutti che, ad esempio, Manolas e Ruediger non possono giocare insieme, e quindi, come è stato riferito, uno doveva andare via per questioni, appunto, tecniche.

Intanto la speranza, per DiFra, è di avere Karsdorp per la tournèe americana, che partirà il 16 luglio. L'altra speranza, adesso, è che il nuovo allenatore non diventi l'artefice principale(e in negativo) di tutte le decisioni più discusse, dalle recenti cessioni agli acquisti vecchi e nuovi.

Non diventi, Eusebio, quello che non vede di buon occhio Manolas&Ruediger. Perché certe decisioni hanno un risvolto tecnico, è vero, e ne hanno uno economico. Di Francesco ha accettato la Roma, ma non la Roma di Spalletti, quella arrivata seconda. Un'altra, la sua e di Monchi. Che al momento è più debole in difesa e ancora incompleta in attacco, mentre sul centrocampo non può lamentarsi grazie agli arrivi di Gonalons e Pellegrini. E se non partirà nessuno, là in mezzo c'è da stare allegri. Adesso la Roma deve e può comprare: Di Francesco farà la sua parte. Con tutto il suo entusiasmo, appunto.

"Io posso portare il mio modo di vedere il calcio, evidenziando pregi e difetti di una piazza che si abbatte e si esalta troppo facilmente. - ha detto Eusebio Di Francesco a Il Centro - Dobbiamo creare un gruppo che possa compattare squadra e ambiente portando positività. Ovviamente dipende tanto dai risultati, siamo legati a questo, ma la forza sta anche nel non abbattersi. Ho avuto la fortuna di vincere uno scudetto a Roma, anche se non sono stato proprio protagonista per via di un brutto infortunio, ho vissuto quel grande gruppo. Dobbiamo ricreare quella grande coalizione, non sono nella squadra, ma con la società e l'ambiente". Tanta gente è preoccupata, ha paura del ridimensionamento. E a Di Francesco spetta il compito di non esserne il garante. Lui, intanto, si sta impegnando a riportare Totti in società.