Ritornano facili alla memoria i 17 punti di distacco tra Juventus e Roma, nella scorsa stagione, dopo il pareggio di sabato contro il Verona. Il fraseggio è lento, la squadra cammina in campo e, cosa più preoccupante, non si vede traccia di un gioco. Come riportato nell’edizione odierna de “Il Messaggero”, nonostante la presenza di un centravanti come Dzeko, che ha disputato una partita di carattere e sacrificio, la Roma non è riuscita a sfruttare le caratteristiche del bosniaco, ritrovando la sterilità offensiva che l’aveva portata nel passato campionato a infilare 13 pareggi.
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Roma, il gioco è sconosciuto
Nel match contro il Verona si è rivisto il 'gioco' lento e disordinato della scorsa stagione, quello che ha portato i giallorossi ha infilare tredici pareggi
Prima di riconoscere cosa non va in campo e l’assenza di tattiche, bisogna anche ammettere che Garcia non ha disposizione nella rosa alcuni giocatori proprio nei ruoli chiave. Un ottimo mercato di Sabatini in attacco, ma pessimo in difesa. Contro il Verona Torosidis (a sinistra, fuori posizione) era l’unico terzino di ruolo che il tecnico avesse a disposizione, con il riciclato Florenzi autore della solita prestazione di sacrificio, oltre che del gol. In mezzo alla difesa i problemi sono gli stessi. Castan e Manolas, con il giovane Gyomber come unico sostituto.
Al Marcantonio Bentegodi i dati sono inequivocabili. Un solo cross da parte di Salah in mezzo all’area di rigore, due di Gervinho. Così Dzeko, che 44 gol dei suoi 50 in Premier li ha segnati dentro l’area, si trova a non ricevere il pallone, non potendo sfruttare le sue qualità. Iago Falque quando è entrato, a metà del secondo tempo, ha crossato 3 volte, Florenzi 6, ma offrendoli dalla trequarti. Le fasce sono state poco sfruttate, anche dopo l’inserimento di Ibarbo. Forse la qualità di Totti e Ljajic avrebbe avuto maggior efficacia della corsa del colombiano.
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