Guai se a Edin tocchi Patrik; guai se a Patrik tocchi Edin. Ma alla fine ne gioca uno e qui, guai a Di Francesco se tocchi Dzeko. Una questione tecnica, di spessore, di abitudine, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
rassegna stampa
Roma, i due cari nemici
Dzeko o Schick, dilemma di oggi e di domani il club si interroga su chi puntare per il futuro
Patrik non è un cattivo, è un tecnico, un raffinato, un sublime. Non che Edin lo sia, ma ora si sente a casa e uno a casa sua fa un po' quello che vuole. I fatti dicono che Dzeko ha il contratto in scadenza 2020, cioè come se fosse domani. La società deve capire (Trigoria ci sono un paio di correnti di pensiero) se varrà la pena fare un altro sforzo economico per allungarlo e fargli chiudere qui la carriera o lasciarlo andare via.
Il dubbio è concreto, diciamo così, si respira nell'aria. Perché si comincia a parlare di un centravanti da andare a reperire sul mercato, perché spesso si è criticato Dzeko per i suoi atteggiamenti etc etc. Poi c'è Schick, un investimento (conveniente al club per la modalità di pagamento) oneroso, sul quale la società vorrebbe puntare e ora vorrebbe valorizzare. E i fatti dicono che, con Dzeko, di spazio per il ceco ce n'è poco.
Parliamo di due ottimi calciatori, ma che insieme, con Di Francesco, difficilmente vedremo. O li vedremo, così come li abbiamo visti, se Patrik viene schierato a destra. Ruolo che non ama.
Contro la Spal probabilmente Schick avrà la sua chance, ma l'impressione è che la gerarchia sia chiara. Dzeko per restare a Roma dovrà accettare un rinnovo a ribasso (ora prende 4,5 milioni più bonus a stagione) e a marzo compirà 33 anni. Quindi un accordo verosimilmente fino ai suoi 36. Presto sapremo.
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