I numeri sono impietosi e dicono che la Roma è una incompiuta. Una squadra senza equilibrio, come scrive Ugo Trani su Il Messaggero. Nelle prime 11 gare della stagione: efficace per i gol segnati (27), vulnerabile per quelli subiti (18). Si comporta allo stesso modo sia in campionato che in Champions. In Italia le individualità coprono i difetti, in Europa no. Perché il livello è più alto.
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Roma, giostra del gol per assenza d’equilibrio
Garcia, dalla stagione passata, è perennemente al centro del dibattito. Ne discutono il lavoro dentro e fuori Trigoria. Resterà sempre e comunque sotto esame
La Roma non dà più certezze. Nel bene e nel male. Basta pensare al comportamento difensivo e offensivo. L’attacco, sterile l’anno scorso, si è improvvisamente scatenato. Pjanic (5 gol), Gervinho (4), Salah (4), Florenzi (3) e De Rossi (3) sono il top di un gruppo che ha già 12 marcatori diversi, capaci di raccogliere 27 gol (20 in campionato, dove il reparto è il migliore, e 7 in Champions).
La fase difensiva della Roma è inesistente. La conclusione è di chi osserva i comportamenti di squadra più che dei singoli. Garcia, dopo la quaterna del Bayer, è stato soft e al tempo stesso chiaro: «Sapevamo dall’inizio che, con Castan ancora da recuperare e Ruediger arrivato all’ultimo momento e non al meglio fisicamente, non si poteva fare un certo lavoro e quindi bisognava avere pazienza». È la conferma che il mercato è stato rivolto solo a migliorare l’attacco con Dzeko, Salah e Iago Falque. Dietro, invece, la difesa è diventata più fragile. È urgente ricominziare da zero, con esercitazioni mirate alla linea dei 4 e anche a chi è davanti.
La fase difensiva non c’è anche per la smania di cambiare. Garcia è passato dal turnover di giocatori, con 26 utilizzati nelle 2 competizioni, a quello dei moduli (4-3-3, 4-2-3-1 , 4-4-1-1, 4-2-4, 4-1-4-1 e 4-3-1-2). Il vanto di essere squadra camaleontica può diventare il limite: i giocatori rischiano di andare in confusione. E 11 formazioni diverse sono troppe per avere l’identità da grande.
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