Il 2 a 0 è fulmineo e indicativo: la Roma batte il Cagliari in meno di un quarto d’ora e affianca la Juve in testa alla classifica. Senza perdere tempo. Non c’è dunque la fuga dei campioni in carica, ma l’avvertimento di chi li vuole sfidare ancora per il titolo. Il duello è insomma lo stesso dello scorso torneo. I bianconeri sanno che la rivale, però, è diventata più forte. Perché viaggia al ritmo di un anno fa, senza essere frenata e condizionata dalla Champions. I giallorossi sono a punteggio pieno, con i tre successi di fila (quattro con quello di coppa), e danno l’impressione di poter recitare da protagonisti sia in Italia che in Europa. Questione di qualità e maturità.
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Roma, fuga all’italiana
I giallorossi sono a punteggio pieno, con i tre successi di fila (quattro con quello di coppa), e danno l’impressione di poter recitare da protagonisti sia in Italia che in Europa
PARTENZA SPRINT - Il paragone, per chi guarda solo all’estetica, potrebbe anche non convincere. Ma la Roma di campionato è stavolta simile, nell’atteggiamento, a quella spettacolare di Champions.
Aggressiva, efficace e spietata. Come contro il Cska, chiude subito il match. A differenza, però, dalla gara di mercoledì, Garcia modifica parzialmente la strategia: contro il Cagliari, tanto statico e poco zemaniano, sceglie la gestione della partita (e non tira nemmeno un corner, come a Empoli). Con quel caldo, il pomeriggio all’Olimpico può togliere energie preziose. Ecco quindi il possesso palla, con la praticità di Keita che, in cattedra, è sicuramente più lucido di De Rossi, e la partecipazione dei difensori, a cominciare dai terzini Maicon e Cole. Florenzi regala l’assist a Destro, a digiuno proprio dalla sfida contro i rossoblù nel girone di ritorno del torneo scorso (6 aprile), e il bacio alla nonna Aurora in tribuna dopo la rete del 2 a 0. I due azzurri firmano i primi gol italiani della Roma in questa stagione.
NUOVA ROTAZIONE - Garcia, visto che i risultati gli danno ragione, va avanti con il maxi turnover. Che, ormai, chiama in causa sempre mezza squadra. Ne cambia 5 pure contro il Cagliari. Proprio come era successo contro l’Empoli, dopo la Fiorentina e prima del Cska (contro il club di Mosca addirittura 6 innesti rispetto alla gara in Toscana). Totti e Pjanic risparmiati in panchina (il secondo entrerà a metà ripresa), ma anche Astori e Iturbe infortunati. Scelte mirate e forzate. Rientra Cole per Torosidis, gioca la prima da titolare Yanga-Mbywa che si fa apprezzare (personalità. posizione e tecnica), resta dentro Keita (da mezzala, però), partono dall’inizio sia Florenzi che Destro. Quando, a fine ripresa De Rossi chiede la sostituzione perché gli cede il polpaccio sinistro (troppi guai muscolari: è allarme), debutta Emanuelson: già 19 i giocatori utilizzati. Ma la Roma è sempre quella (dopo 4 gare, l’anno scorso, 10 gol fatti e 1 subito: identico percorso, se si conta ovviamente il match di coppa). Resta la stessa, nel gioco e nell’identità. E’ squadra. Vince e non rischia: come la Juve, nessun gol preso in campionato. Proprio davanti all’ex tecnico Zeman, fischiato e applaudito. E comunque trattato meglio di Daniele Conti, a lungo insultato.
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