Una delle caratteristiche del gioco di quest'anno della Roma di Garcia è, come evidenzia Stefano Carina su Il Messaggero, il fatto che in serie A, salvo Carpi e Torino, è la squadra che corre meno di tutte.
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Roma, ecco lo stil novo
La Roma corre meno degli avversari anche perché ha spesso l’abilità di sbloccare le partite nel primo quarto d’ora
Il dato dei chilometri percorsi in media durante una gara, rilasciato dalla Lega Calcio, ha del sorprendente. Il Napoli ne percorre 108,717: la Roma appena 96,974, un centinaio di metri in più (praticamente 2-3 scatti) dei granata, penultimi nella graduatoria chiusa dal Carpi.
Come è possibile conciliare questi numeri con quelli che vedono i giallorossi primeggiare nei gol segnati (27), negli assist (41) nei tiri in porta (87) e finire al terzo posto in quella del possesso palla (56,2%)?
L'analisi della filosofia di gioco adottata da Garcia rende chiaro che in questa stagione il tecnico sta rinunciando al pressing alto optando (come nel caso Iago Falque-Biglia) a marcature personalizzate sui portatori di palla avversari. Questo fa in modo che la squadra, soprattutto quando gioca in trasferta, abbassi il proprio baricentro. A Firenze, ad esempio, il 4-3-3 di partenza è divenuto in alcuni frangenti un 6-3-1 con gli interni Nainggolan e Pjanic impegnati a giostrare alle spalle di Dzeko, mentre De Rossi (e poi Vainqueur) è rimasto fisso davanti alla difesa. Come spesso capita, è toccato quindi a Gervinho e Salah abbassarsi e occuparsi dei laterali Blaszczykowski e Bernardeschi, diventando così terzini aggiunti.
La Roma corre meno degli avversari anche perché ha spesso l’abilità di sbloccare le partite nel primo quarto d’ora e Garcia arretra il baricentro e riparte in contropiede, sfruttando la velocità di Gervinho e Salah.
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