Che fatica, ma la Roma va ai quarti di Conference League. Questo conta, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Ci pensa Abraham (su assist di Karsdorp), con una zuccata sotto porta nei minuti finali, e ancora una volta i giallorossi timbrano in zona Mourinho. Un lampo nel buio, dopo una prestazione modesta e forse – è una chiave di lettura speranzosa – con la testa alla Lazio.
Il Messaggero
Roma, che fatica. Ora il derby
Giallorossi ai quarti di Conference League. Ci pensa Abraham con una zuccata sotto porta nei minuti finali
La Roma – l’unica italiana ad aver raggiunto i quarti in tutte le coppe europee – ha rischiato, più per i suoi limiti che per i meriti dell’avversario. È stata a un passo dai supplementari (e ci mancavano anche quelli col derby alle porte…) fino a pochi minuti dalla fine. Ci ha pensato Tammy, gol numero 21, a far esplodere l’Olimpico: ha raggiunto Montella e Batistuta nel numero di reti alla prima stagione, questa è la sua soddisfazione ed è un bel record.
La Roma si deve interrogare sulla prestazione, ha rischiato troppo e prodotto poco. Contro un avversario modesto. Così, il derby non si vince. Abraham non può bastare. Servono i migliori Pellegrini, Zaniolo, che stavolta hanno steccato. Mourinho, questo, lo sa. Il tempo per preparare il derby è poco, le forze sono quelle.
A tre giorni dalla Lazio non era scontato aspettarsi le scintille e i fuochi d’artificio, ma di più sì. Almeno non questa prestazione mediocre. Abbiamo ammirato, si fa per dire, la solita Roma, contratta, con poche idee e anche un po’ confuse. Solo cuore, nel finale. Passaggi sbagliati, non un’idea brillante, niente.
Mourinho ci aveva provato a chiuderla subito, mandando in campo i titolari, o quasi tutti: ha congelato inizialmente Cristante e Karsdorp, dando spazio a Veretout e Maitland-Niles, quest’ultimo ancora inadatto. Il derby, come era prevedibile, è nella testa del tecnico e in quella dei calciatori, protagonisti a metà. La squadra sembrava quasi cullarsi sulla vittoria dell’andata, arrivata con una buona dose di fortuna, come fosse un segno del destino. Ma ha scherzato col fuoco.
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