Sabatini e Garcia, quasi quotidianamente, si confrontano sugli innesti da individuare per migliorare la rosa della Roma. Niente di misterioso oltre il muro di cinta del centro sportivo di Trigoria. Sono stati i diretti interessati, il ds e il tecnico, a raccontare più volte come il confronto di mercato non abbia pause. Dieci mesi fa il colloquio più interessante. Con la richiesta esplicita del francese: «Walter, se vogliamo vincere, dobbiamo prendere il centravanti», la sintesi del discorso fatto, con grande sincerità e assoluta convinzione, dal francese. Era la settimana seguente il pareggio nel derby, il secondo 0 a 0 della stagione scorsa (alla fine furono 3). Quel 9 febbraio il tridente titolare era il preferito, lo stesso di sabato sera contro il Milan: Totti in mezzo, Florenzi e Gervinho sulle due corsie. Contro la Lazio entrarono anche Ljajic, Bastos e Destro. In campo tutti gli attaccanti, esterni e non, ma nessun gol. Di qui il desiderio di Rudi di avere in organico la prima punta. L’uomo capace di fare la differenza in area di rigore e al tempo stesso di lavorare per la squadra. Completo, per capirsi.
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Roma, il bomber è per forza
Sempre più incessante il desiderio da parte di Garcia di avere una prima punta in organico. Lui voleva Martinez ma è stato preso Iturbe.
SPECIALISTA CERCASI - Il dialogo del febbraio scorso va pubblicizzato anche per evitare che, in futuro, si racconti ancora l’insopportabile favoletta che ormai ascoltiamo da più di un anno e mezzo. Dal titolo: Garcia non vuole il centravanti. Perché, sempre dando retta alla noiosa storiella, preferisce i giocatori di fascia. Nel Lille campione di Francia nel 2011, vale la pena ricordarlo ai distratti dell’ultim’ora, Moussa Sow, di professione bomber, realizzò 25 reti in 36 partite. Il francese naturalizzato senegalese, oggi al Fenerbahce, fu il capocannoniere della Ligue 1. All’epoca aveva 25 anni. Pure la data del faccia a faccia tra l’allenatore e il dirigente è indicativa. Destro, la prima punta della rosa, aveva già segnato, il 18 gennaio contro il Livorno, il primo dei 14 gol con i quali è diventato il miglior realizzatore giallorosso nel 2014. E la domenica successiva al derby, e alla chiacchierata tra tecnico e ds, l’attaccante realizzò la prima doppietta stagionale. Rudi, invece, aveva già indicato il nome del giocatore da acquistare in estate: Jackson Martinez, 28 anni, colombiano con poca voglia di restare al Porto. Costo dell’operazione: circa 30 milioni. La cifra che la Roma ha poi investito per Iturbe. Scelto per l’età, oltre che per il ruolo. Lasciando però vuota la casella al centro dell’attacco giallorosso. L’allenatore, adesso, si chiede perché.
REPARTO SENZA ACUTI - Senza dover per forza ricordare che nel 1983 la Roma vinse lo scudetto anche grazie ai 12 gol di Pruzzo (non fu capocannoniere in quella stagione, ma in altre tre, con 18, 15 e 19) e che nel 2001 arrivò al titolo con i 20 di Batistuta (più i 26, 13 a testa, di Totti e Montella), è il caso di contare le reti degli attaccanti nelle 54 gare di campionato di Garcia: Destro 14 gol, Ljajic 12, Gervinho 11, Totti 10, Florenzi 8, Iturbe e Borriello 1. Nelle 16 partite di questo torneo sono 12 i giocatori che hanno fatto centro. Il tridente dell’anno scorso è stato capace di segnare 6 reti. Totti, Gervinho e Florenzi si sono tutt’e tre fermati per ora a 2. Ljajic, da solo, ha raccolto come loro tre: 6. Destro è secondo con 4. Iturbe ultimo con 1. L’attacco è meno ispirato che nel campionato scorso: 3 gol in meno. Eppure il secondo posto è blindato, la Juve addirittura più vicina, di 2 punti, rispetto al 2013 e, con 36 punti, il gruppo giallorosso viaggia come con Capello nell’annata del terzo scudetto. Con tre bomber che però garantirono 46 gol. Chissà se la notte di Doha, con le doppiette di Higuain e Tevez, porterà consiglio. Anzi, il centravanti.
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