Oltre a quellodei pochi gol, come scrive Stefano Carina su Il Messaggero, c'è un altro problema che la Roma si sta portando dietro da diverse settimane: il rendimento insufficiente del centrocampo. Sono certamente pochi i gol dei centrocampisti - con l'ultimo di Pellegrini sono saliti a 5, il Napoli ne ha segnati quasi il triplo (14), la Lazio (senza considerare Luis Alberto e Anderson) 10, la Juventus, togliendo Cuadrado, è arrivata a quota 9 - ma le difficoltà incontrate dal reparto non sono soltanto in fase realizzativa. Quello che in estate veniva considerato il punto di forza della squadra, vive una fase di assoluta involuzione. De Rossi s'è fermato allo schiaffo inferto a Lapadula (26 novembre), Gonalons non ha mai convinto del tutto, Strootman a dispetto della sua eccezionalità s'è trasformato in un centrocampista normale. Soltanto Pellegrini e Nainggolan - a fasi alterne - hanno lanciato segnali positivi che tuttavia non bastano a colmare il gap con le rivali dirette.
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Roma, al centro si va a 2 all’ora
Non solo mal di gol: la squadra giallorossa ultimamente ha smarrito la brillantezza del passato soprattutto nella zona mediana del campo
Qualcosa nel giro-palla giallorosso non funziona più come prima. Di Francesco, nell'analisi post-gara - parlando in generale del gruppo - non ha escluso che possa esserci, oltre ad un contraccolpo psicologico per la sorprendente eliminazione dalla coppa Italia, anche un problema fisico. Non va dimenticato in effetti che prima del match con il Cagliari (16 dicembre), qualcosa a livello muscolare è stato toccato e non è un caso che la vittoria con i sardi sia arrivata a fatica al 94', senza contare che poi nelle restanti tre partite la Roma ha racimolato due sconfitte e un pareggio.
De Rossi è scaduto di tono e qualità da almeno un mese, Gonalons quando è stato chiamato in causa non ha regalato le certezze che ci si attendeva. Strootman invece merita un capitolo a parte. Non è più quello del primo anno con Garcia ma nemmeno quello della passata stagione con Spalletti. Alcune statistiche lo confermano: vince meno di un contrasto a partita (0,86) quando lo scorso anno la media era superiore a due; meno palloni intercettati (0,43 contro 2); meno occasioni create (0,57 rispetto a 1,07) e minor precisione nei passaggi nonostante giochi più corto rispetto al passato. Soluzioni? La via più semplice sarebbe quella di ricorrere al mercato. Ma difficilmente Monchi (che in giornata rientrerà a Trigoria) a gennaio farà qualcosa.
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