Il paradosso del prodigo. Pur avendo speso più di tutti sul mercato, è andata a finire che la Roma, come quegli studenti che provano a rimettersi in pari solo pochi giorni prima dell'esame, ha concluso il mercato tra affanni e imbarazzi, notti in bianco e caffè, scrive Andrea Sorrentino su Il Messaggero. Oltre che costretta ad almeno due inversioni di rotta rispetto ai piani, per via dei casi più ispiti dell'estate: Dybala e Danso. De Rossi fin da giugno aveva pensato a un 4-3-3 senza la Joya, e faceva benissimo; poi Dybala è rimasto, e visto che con lui il 4-3-3 è inattuabile, la ricerca di un difensore in più per puntellare l'assetto è stata prioritaria. Ma Danso è sfumato per i già noti motivi, e mentre la mancata cessione di Abraham peggiorava i conti, la ricerca del difensore è proseguita fino a mezzanotte. Quanta fatica. Però è anche arrivato il sospirato rinforzo a centrocampo. Koné è l'uomo di lotta, di governo e soprattutto di gamba che serviva. Il primo mercato di Ghisolfi e De Rossi, molto tendenza-Francia, sarà valutato sul campo, ma di sicuro i due hanno potuto spendere moltissimo rispetto a Pinto e a Mourinho: alla fine, tra acquisti e cessioni, bonus compresi, il saldo negativo della Roma di Friedkin è di circa 104 milioni, record in serie A. Poi le scommesse sono Dovbyk per Lukaku e il solo Shomurodov come cambio, l'incognita del giovin Soulé, il non aver puntellato e rassicurato la difesa, sulle fasce e al centro. Per tacere delle mancate cessioni di Dybala, Abraham e Smalling, altra spina dell'estate e speriamo non della stagione che verrà. Insomma, molti denari investiti ma i dubbi sul reale rafforzamento rimangono: è un paradosso anche questo.
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Quei 104 milioni della Roma e l’Africa di Lotito
Tra acquisti e cessioni, bonus compresi, il saldo negativo della Roma di Friedkin è di circa 104 milioni, record in serie A
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