(Il Messaggero - S.Carina) Stavolta il pronostico si è rivelato esatto. Prima della gara contro l’Inter, Luis Enrique era stato molto chiaro: «Nessuna paura contro i nerazzurri: possiamo batterli».
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“Non c'è stata mai partita”
(Il Messaggero – S.Carina) Stavolta il pronostico si è rivelato esatto. Prima della gara contro l’Inter, Luis Enrique era stato molto chiaro: «Nessuna paura contro i nerazzurri: possiamo batterli».
Detto, fatto: «E’ un giorno molto bello, soprattutto se consideriamo che viene dopo la sconfitta di Cagliari. Favoriti dall’atteggiamento dell’Inter? No, credo che siamo stati semplicemente superiori all’avversario, dal primo minuto al novantesimo. Non è demerito loro ma merito nostro. A Cagliari avevamo fatto errori incredibili ma avevo fatto i complimenti a Ballardini per come aveva preparato la partita e per come ci aveva messo in difficoltà. Quando abbiamo questa mentalità, possiamo giocarcela con tutti».
(...) La Roma di ieri è sembrata una squadra letteralmente trasformata. Non tanto per il numero delle occasioni create (il paradosso vuole infatti che fossero più numerose nella disfatta in Sardegna) quanto per la ‘cattiveria’ e l’intensità mostrate in campo. E così, quando ai microfoni di Mediaset, l’ex ct Arrigo Sacchi (...) chiede il perché la Roma continui ad essere così discontinua, lo spagnolo allarga le braccia: «Piacerebbe saperlo anche a me (...) La serie A è il torneo della regolarità, è inutile giocare come oggi se poi fra tre giorni non faremo lo stesso. Non lo so perché la squadra difetta in questo particolare, deve migliorare soprattutto in questo. Ma i ragazzi lo sanno, l’ho ripetuto tante volte». Parole che potrebbero essere interpretate come una presa di distanza dal gruppo. Luis Enrique impiega poco per far ricredere qualche maligno: «Con questo non voglio dire che non devo migliorare anche io (...) Questa è la mia Roma, ma lo è anche quella d’inizio stagione. La mia Roma non è solamente quella che fa un bel pressing e che segna 4 gol all’Inter. E’ anche quella che si distrae, fa errori e prende 4 reti dal Cagliari o 3 dalla Juventus in coppa Italia. Quello che posso dirvi, però, è che questa squadra in generale mi piace, anche se deve migliorare ancora tantissimo»
Lo spagnolo non cade nel tranello di chi, dopo un successo del genere, azzarda paragoni scomodi: «Ranieri dice che siamo un piccolo Barcellona? No, siamo lontani da Messi e compagni. Noi siamo la Roma e sappiamo qual è il nostro modello e la nostra forza». La giornata è talmente speciale che per una volta, fa eccezione al credo di giudicare esclusivamente la prova del collettivo. E così, via agli elogi ad personam: «Bojan e Borini sono giovanissimi, calciatori di livello diverso ma hanno entrambi tanta voglia di migliorare. Fabio, poi, ha una mentalità bellissima e ha capito che all’attaccante non chiedo di fare solo gol. Il lavoro che fa per la squadra è incredibile. Ma mi sono piaciuti anche Piscitella e Totti, che oramai è diventato il punto di riferimento della squadra».
(...) All’ennesima richiesta di commentare la prova di un singolo, Luis Enrique ritorna al passato: «Mi chiedete se abbiamo difeso meglio perché c’erano Heinze e De Rossi ma per me il miglior modo di difendere è avere il pallone nel campo avversario. E per farlo, bisogna avere una struttura visto che dobbiamo attaccare tutti insieme, tranne il nostro portiere. Per me quello non vuol dire rischiare. Rischiamo quando perdiamo dei palloni che ancora non riusciamo ad identificare come pericolosi. Non credo che sia una questione di forma fisica, ma di mentalità, di concentrazione. Sono contento di quello che vedo adesso, i tifosi dimostrano la loro fiducia e per me è una cosa molto importante». A proposito del tifo, prima di alzarsi e lasciare la sala stampa, il tecnico non si dimentica di ringraziare il pubblico, che aveva chiamato a raccolta venerdì: «Grazie per averci sostenuto in modo così caloroso nonostante il freddo. E grazie anche a tutti quelli che hanno fatto turni di notte per rendere il campo e lo stadio agibile». (...)
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