(Il Messaggero - M.Ferretti) È finita con i tifosi della Lazio che, ironicamente, inneggiavano a Luis Enrique, due derby e due sconfitte.
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“Non cacciatemi”
(Il Messaggero – M.Ferretti) È finita con i tifosi della Lazio che, ironicamente, inneggiavano a Luis Enrique, due derby e due sconfitte.
Ma le battute d’arresto in campionato della Roma sono ormai diventate dieci, come i punti che la separano dal terzo posto. E il progetto? I tifosi giallorossi sono sempre più perplessi, soprattutto nei confronti del tecnico asturiano. «È molto importante ciò che pensano sia la società che i tifosi. Non voglio essere l'allenatore di una squadra che non piace al club oppure ai tifosi, ma i giudizi si danno alla fine della stagione. E io mi sono meritato di finire la stagione solo per quello che ho vissuto», dice Luis senza chiarire ciò che realmente ha vissuto. «Quello che vedo e sento oggi, anche con un risultato che è uno schifo, per me è interessante. Non ho niente da rimproverare alla mia squadra» (...)
Più deluso che arrabbiato, Luis. Molto deluso. A fine partita il dg Baldini e il ds Sabatini lo hanno raggiunto negli spogliatoi e hanno cercato in tutte le maniere di rincuorarlo. Puntava forte sul derby, Luis; contava di avvicinarsi alla Lazio, quindi alla zona Champions League, invece deve incassare un’altra mazzata. Probabilmente decisiva, in negativo, per le ambizioni europee della Roma. Ecco perché c’è da sottolineare una sua frase, «Non so cosa ho fatto per meritarmi questa merda», riferendosi alla sua attuale situazione. E forse anche alla decisione di Bergonzi di espellere Stek. «Ero lontanissimo dall'area, non voglio commentare. L'unica cosa che mi interessa è essere concentrato su quello che posso controllare, ma è troppo difficile giocare un derby in dieci dopo pochi minuti. Cambiare la regola? Non è il momento per me di parlare di questa cosa. Sono molto deluso, pensavo di poter vincere ma tutto è svanito al quinto minuto o giù di lì».
(...) «Ho visto una squadra che può andare con la testa alta. Non sono matto perché non mi rendo conto di ciò che succede: possiamo vincere ancora tutte le partite, ma alla fine della stagione il primo responsabile di tutto sarò io. Fatemi dire, però, che una volta mi piacerebbe giocare un derby undici contro undici... La mia mentalità è quella di non parlare degli arbitri. Non dobbiamo piangere. Quello che dobbiamo fare è lavorare sui nostri errori. Sull’azione del rigore l'errore è stato nostro, e pure infantile. Dobbiamo migliorare quello che possiamo migliorare. Non è facile ma parlare degli arbitri non è la mia strada. Certo, però, che è stata una partita diversa con l'espulsione di Stekelenburg: in dieci e in svantaggio è diventato tutto complicatissimo. Noi non siamo una grande squadra: chi ha detto questo? Sui calci piazzati ci disponiamo a zona, ma capita di sbagliare. A noi capita troppo spesso, però».
Una critica: la Roma commette sempre gli stessi errori. La replica? «Una squadra che ha il possesso palla e cerca di giocare commetterà sempre errori. Stavolta, lo ripeto, purtroppo sul rigore c'è stato un nostro errore chiarissimo. Stavolta è stato difficile capire quello che stava succedendo dopo l'espulsione, ma la squadra ha fatto tutto quello che poteva fare per non perdere. Perché la sostituzione di Lamela e non di un altro? Ho tolto Lamela perché Francesco è un riferimento per noi e ala fine ha fatto una grande partita. Mi dispiace per Lamela perché meritava di giocare questa partita ma ho dovuto prendere una decisione. Ripeto, non ho nessun rimprovero da fare ai calciatori, faccio loro i complimenti nonostante il risultato». (...)
Finalino con un pensiero verso i tifosi. «Non sono la persona che deve parlare a loro. Sono stati bravissimi per tutta la stagione, pieni di fiducia. Mi dispiace non aver regalato allegria».
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