rassegna stampa

E sul progetto Stadio della Roma arriva lo stop dei Municipi «La zona è sbagliata»

Dopo le tante perplessità emerse sul progetto di Tor di Valle, si fa strada l’ipotesi di un piano B. Quello di cambiare l'area in cui far nascere l'impianto.

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Cambiare l’area dove edificare il nuovo stadio della Roma. Dopo le tante perplessità emerse sul progetto di Tor di Valle, troppo povero di infrastrutture e investimenti secondo municipi, parlamentari e consiglieri del Pd, si fa strada l’ipotesi di un piano B. Quello di cambiare l'area in cui far nascere l'impianto.

La proposta avanzata pochi giorni fa dal coordinatore della maggioranza in Consiglio comunale, Fabrizio Panecaldo, ora finisce al centro di un dettagliato dossier che il Municipio VI ha indirizzato al sindaco Marino. «Invece di regalare altre cubature per la costruzione del nuovo stadio – spiega il presidente del Municipio, Marco Scipioni - meglio utilizzare l’urbanizzazione delle opere già esistenti della città dello sport a Tor Vergata». Nel documento inviato al sindaco vengono esposti focus su «viabilità e mobilità» che bocciano l’ipotesi Tor di Valle. «L’ipotesi attuale va superata - aggiunge l’ex minisindaco Francesco Smedile - meglio puntare su un’altra zona».

Anche perché sul progetto del costruttore Parnasi continua il fuoco incrociato di una larga fetta del Pd e della maggioranza di Marino, che contesta anche le cubature monstre che verrebbero edificate accanto all’impianto sportivo: quasi un milione di metri cubi di cemento destinati a uffici e hotel. 

Dopo le critiche avanzate dai deputati Marroni e Bonaccorsi e da diversi membri dell’Aula Giulio Cesare, sul progetto Stadio il Pd Roma ha convocato un vertice ad hoc per la prossima settimana. Come a dire: va avviata una discussione interna. Il dibattito intanto rimane caldo. Ieri il deputato dem Roberto Morassut è arrivato a mettere in dubbio «la norma sugli stadi approvata nella Legge di stabilità 2013», definita «lacunosa e fonte di clamorosi equivoci che possono indurre le amministrazioni a clamorosi errori». 

MODIFICHE LACUNOSE - Ieri i rappresentanti del Gruppo Parsitalia e della Roma hanno presentato al Comune l'integrazione al contestato piano Stadio, prevedendo l’aggiunta di alcune opere tra cui una nuova stazione della Metro B, un ponte pedonale e un parco sul Tevere, con un aumento di risorse di circa 50 milioni. Cifra che però già in passato è stata ritenuta «insufficiente» da osservatori politici e tecnici. Non a caso a poche ore dalla presentazione delle modifiche è già arrivata la bocciatura da parte dei presidenti dei municipi coinvolti dal progetto, Maurizio Veloccia, del XI, e Andrea Santoro, del IX: «Nel piano rimane problematico il nodo dei collegamenti a cui non si può non dare risposta». Nel mirino l’adeguamento del sottopasso ferroviario Dasti, il raddoppio di Via della Magliana da Parco de Medici al Gra, l'unificazione della Via del Mare con l’Ostiense, almeno fino al Raccordo, e il potenziamento del trasporto ferroviario Roma Lido. Per vigilare sull’interesse dell’opera i Municipi ora chiedono «la predisposizione di uno studio di area» perché ad oggi «il sistema di viabilità progettato per il nuovo stadio non incide in modo significativo sui gravi problemi di traffico».