rassegna stampa

Progetto da rifare

(Il Messaggero – U.Trani) – Il progetto è da rifare. Lo sanno a Trigoria. E si capisce dalla prima mossa ufficiale del dopo derby. Ieri è stato presentato il ricorso per la seconda giornata di squalifica di Osvaldo.

Redazione

(Il Messaggero - U.Trani) -Il progetto è da rifare. Lo sanno a Trigoria. E si capisce dalla prima mossa ufficiale del dopo derby. Ieri è stato presentato il ricorso per la seconda giornata di squalifica di Osvaldo.

Gli arbitri sbagliano anche con la Roma. Normale. Anormale è, invece, che ora la società giallorossa lo faccia notare, cambiando di colpo rotta. E addirittura mettendolo per iscritto. Eccolo il day after. Si alza il palcoscenico e si scopre l’effetto della sconfitta, la seconda della stagione, contro la Lazio. Ma qualcosa, nelle ultime ore, è successo. Rapida la riflessione tra i dirigenti: sentirsi fenomeni a parole prima che nei fatti non paga. Meglio essere concreti e lineari. Fuori del terreno di gioco, innanzitutto. Perché in campo ci va Luis Enrique che mai potrà essere il tecnico della semplicità. L’ultimo ko, però, potrebbe tornargli utile. Per capire le trappole del calcio italiano: la Roma sembra caderci volutamente. Baldini, primo sponsor dell’asturiano, per difenderlo, due giorni fa all’Olimpico, ha involontariamente attaccato Sabatini. «Con questo organico ha fatto più del previsto» la sintesi del discorso del dg. Che però non ce l’aveva con il ds: di questo ne siamo sicuri. Ma per i dodici acquisti sono stati spesi circa 70 milioni e con le cessioni il salto negativo è stato di circa 40 milioni. In più il monte ingaggi è di quasi 100. Eppure a gennaio non è arrivato il centrale difensivo: avrebbe dovuto prendere il posto dell’infortunato Burdisso nell’organico giallorosso. Era il primo rinforzo da prendere. (...)

Non è, però, blasfemo accennare al terzo posto. Aveva fatto bene, qualche settimana fa, Sabatini a dire che era possibile. Per l’allenatore no. Per Baldini ni. Poi anche per il dg sì, davanti ai tifosi del Roma club Montecitorio, mercoledì scorso nella cena in via Laurentina. Poi dopo Bergamo per tutti, di nuovo, no. Alla vigilia del derby, sabato scorso, Luis Enrique stupisce e improvvisamente dice sì. Voleva caricare la squadra come lo psicologo personale Joaquin Valdes, giunto a Trigoria giovedì, ha fatto con lui. Battuto per la seconda volta da Reja, nell’incontro con i media chiede, stavolta lui, di poter restare fino al termine della stagione. Un appello da girare alla tifoseria. Baldini e Sabatini pensano a consolarlo negli spogliatoi e al telefono anche ieri. L’asturiano è un uomo distrutto. Per la prima volta per una sconfitta e non per come è maturata. I dirigenti cercano di risollevarlo. Sono uomini di calcio. Ex giocatori. Sanno che la squadra, per quanto nelle intenzioni continui a seguire Lucho, quando va in campo si perde sempre allo stesso modo. Facendosi infilare in contropiede. (...)

Fragile dai primi minuti. Il rigore dell’1 a 0 nel derby chiama in causa quattro calciatori: errori di Heinze nell’impostazione, di Pjanic nella ricezione, di Juan nel movimento e Stekelenburg nell’immobilismo. Oggi il richiamo all’attenzione, oltre che l’allenatore, potrebbero farlo pure i dirigenti. La piazza vuole capire quale Roma sarà nelle prossime settimane e quale quella del futuro. Si attende, dal 31 dicembre, la ricapitalizzazione che non ci sarà prima di fine maggio: avrà il valore delle fondamenta. Si aspetta, da settimane, la firma di Sabatini che ancora prende tempo. In assoluto non è chiara la struttura societaria. La consulente finanziaria Mazzoleni, con effetto immediato come accadde con Lucchesi, è da sabato fuori dalla Roma: stupore da parte di UniCredit che la riteneva una figura di garanzia. Toccherà a Fenucci, non a caso tra i meno contenti insieme con Sabatini della novità, sostituirla nelle mansioni e nella presenza a Trigoria: l’ad sa bene che la sua posizione si è indebolita. Tra le cose strane di questi tempi, i 30 mila euro al mese che la Roma paga, per le consulenze, alla Raptor Accelerator di Pallotta. Il presidente DiBenedetto, intanto, oggi lascerà Roma. Domenica sera, nella trattoria di Largo Tritone, ha almeno bevuto bene: una bottiglia di Tignanello da 150 euro.