Miralem Pjanic è il 'mago delle punizioni' e su questo siamo tutti d'accordo. Ma, come evidenzia oggi Alessandro Angeloni su Il Messaggero, è la continuità a fare impressione. E non solo sui calci piazzati ma anche nelle prestazioni in campo.
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Pjanic, il pianista sull’oceano Roma
Mire è cambiato, con lui la Roma. Oggi lui è un leader. E l’assenza di Totti lo responsabilizza pure nei calci da fermo
Ci ha messo un po’ a carburare, ha pensato pure di andarsene, due anni fa per questioni legate al contratto, la scorsa estate per motivi “ambientali”, perché tanti tifosi non facevano altro che prendersela (anche) con lui, per la seconda parte della stagione della Roma, sufficientemente insulsa. Basti ricordare la sua reazione verso la Sud (all’epoca ancora piena) dopo il gol vittoria con il Napoli.
Ora Mire è cambiato, con lui la Roma. Chissà, forse lui ha cambiato la Roma. Oggi lui è un leader. E l’assenza di Totti lo responsabilizza pure nei calci da fermo. Il talento del Pianista, così viene chiamato da quando è ragazzino, si nota e la Roma suona, con lui in campo, una musica migliore. Il lancio, la palla filtrante, il tocco di velluto, il pensiero che corre insieme con il pallone. Questo è il Pjanic moderno. Partita dopo partita, non una sì e cinque no.
Quello realizzato contro l’Empoli, per Pjanic è il quarto gol stagionale, il ventunesimo da quando gioca in Italia in 133 presenze. Mire, nelle ultime sei presenze in campionato, ha realizzato tutti e quattro 4 i suoi gol e servito tre assist vincenti. Tutte le reti realizzate quest’anno sono state decisive per i tre punti. Musica per le orecchie dei tifosi. Gli manca lo squillo in Champions, e martedì c’è l’occasione per colmare il buco.
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