Bruno Peres, quando è arrivato Di Francesco sulla panchina della Roma, era in balia della critica, per certi versi anche giusta, e molti lo davano (o lo volevano) come partente. "Ci voglio lavorare" disse il tecnico riferendosi al terzino brasiliano. E da lì, è cominciata la ripartenza, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
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Peres, corsa veloce verso il consenso
L'allenatore lavora sul brasiliano dall'inizio del ritiro e si vedono i primi risultati
Bruno è con Di Francesco dal luglio, dal raduno a Trigoria. Ha lavorato, ha giocato molto e - ad esempio - la sua assenza contro l’Inter ha messo in un mare di guai l’allenatore che, a destra, ha dovuto far giocare Juan Jesus.
Non sarà perfetto, non sarà (mai) Maicon, ma fino a ora sta facendo il suo. A destra, la Roma ha sempre sofferto poco o comunque (come contro l’Atletico Madrid) l’ha sfangata e nelle sue tre presenze complessive la squadra non ha mai presogol (e lui ha fatto un assist vincente). Non è devastante come Kolarov, non è amato come Florenzi, però ora è il titolare della Roma, in alternanza con Florenzi, appena tornato e da gestire con cautela. Eusebio se lo tiene stretto e continua a lavorarci, perché certi pericolosi difetti vanno eliminati. Ma ad oggi possiamo dire che il lavoro effettuato in questi mesi qualche risultato lo ha portato.
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