rassegna stampa

“Per lo stadio basta un ponte”. Così salta il piano della viabilità

Oggi tutti i pareri, dietrofront del Ministero dei Trasporti: sufficiente quello dei Congressi. Anche il Mibact richiede prescrizioni archeologiche e paesaggistiche puntuali

Redazione

Entro stasera negli uffici della Regione devono arrivare tutti i pareri sul nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. La conferenza dei servizi si riunirà venerdì; fino a ieri sera la Pisana aveva ricevuto solo alcune relazioni del Ministero dei Beni culturali, dell’Anas, dell’Agenzia del demanio e di altri enti che, in questa partita, giocano un ruolo minore, come scrivono Lorenzo De Cicco e Laura Larcan su Il Messaggero.

Le carte decisive per questa controversa operazione calcistico-immobiliare sono sostanzialmente quelle di Campidoglio, Regione e governo. Il parere che consegnerà il Ministero dei Trasporti sarà "favorevole con raccomandazioni". Un sì vincolato principalmente alla realizzazione del Ponte dei Congressi, finanziato con i fondi pubblici del Cipe. Nel documento del dicastero delle Infrastrutture, quindi, sembra sparire l’altro ponte, quello “di Traiano”, che nella prima versione del progetto era pagato interamente dai privati e che, dopo il taglio delle cubature, è rimasto senza coperture economiche.

"Con il connesso svincolo Parco de’Medici-Stadio" sull’autostrada Roma-Fiumicino, il ponte "costituisce la principale via d’accesso allo stadio e non può considerarsi in alcun modo alternativo al ponte dei Congressi, poiché i due ponti svolgono funzioni completamente diverse nell’ambito della rete stradale". Così si leggeva nella relazione firmata solo pochi mesi fa dai vertici del Dipartimento per le infrastrutture e i sistemi informativi del Ministero dei Trasporti. "Non si può concordare con la realizzazione del nuovo stadio, senza la preventiva realizzazione del nuovo svincolo e del ponte di Traiano". Che ora non c’è più. Resta solo quello dei Congressi che, come ricordato, per gli stessi esperti dei Trasporti ha funzioni "completamente diverse".

Intanto i dirigenti del Mibact sembrano insistere con la richiesta di verifiche più approfondite e puntano l’attenzione su due elementi molto delicati dell’area coinvolta dal progetto, richiedendo nero su bianco "prescrizioni archeologiche e paesaggistiche più puntuali".